Intervista ad Anna Butticci



L'incontro negli anni Settanta, Emilio Prini e gli artisti amici


Emilio Prini e Anna Butticci nel contesto romano della fine degli anni Settanta a Roma

persone citate: Prini, Emilio; De Dominicis, Gino; Nauman, Bruce; Kounellis, Jannis; Coudray, Michelle; Pisani, Vettor; Festa, Tano; Angeli, Franco; Schifano, Mario

opere:
I passi, Emilio Prini, anni '60
Il perimetro d'aria, Emilio Prini, anni '60
Cosa, Caso, Causa, Emilio Prini, anni '60

trascrizione:
G.T.: L'intervista di oggi è con Anna Bucci con la quale parleremo di Emilio Prini di cui è stata la compagna per moltissimi anni e ci darà la testimonianza del rapporto con Emilio Prini e del contesto artistico romano e italiano dalla metà degli anni Settanta a oggi.
La partecipazione di Prini alle mostre istituzionali va via via diradandosi, in qualche modo. Comincia proprio a negarsi al sistema dell'arte sia con le sue opere che con una propria filosofia dell'arte.

A.B.: Sottraendosi molto al fatto di esserci. Io non vorrei però iniziare da qua, perché volevo confermare essere nel tempo in cui l'ho conosciuto. Era più o meno il 1977, quando sono arrivata a Roma. Io venivo dall'Aquila mi sono iscritta ad architettura e ho conosciuto insieme a Emilio Prini anche Gino De Dominicis. È stato un incontro casuale perché io avevo appuntamento con un'amica a Piazza Navona e così ci siamo incontrati e da lì è nata una frequentazione di quattordici anni. Per me questo incontro ha determinato la comprensione di quello che è stata l'arte in quegli anni e di quello che il sistema dell'arte è diventato oggi e la sua importanza anche per le più giovani generazioni, cioè il fatto di operare in azioni spostate da quella che era la tela o il fatto di andare oltre con azioni come già era stato fatto, ad esempio con Nauman ma anche in Italia. In quegli anni lì, tu dicevi di questo sottrarsi, che è stato importante anche per Millo (Emilio Prini). Negli anni giovanili come appunto hai detto te e io ancora non lo conoscevo, lui ha fatto molte azioni; quindi, era molto importante invece che le sue opere erano determinate da un suo atteggiamento verso l'arte che coinvolgeva emotivamente anche la persona: quindi ci sono "I passi", il "Perimetro d'aria" importantissimo.

G.T.: Scusa se ti interrompo. Sono appunto delle esposizioni caratterizzate da un interagire con lo spettatore e il tentativo di Prini di creare degli ostacoli o meglio sollecitare nello spettatore dei tentativi.

A.B.: Citavi appunto il "Perimetro" che fa parte di questa serie che lui chiamava "Cosa, Caso, Causa" oppure i suoi interventi molteplici nel senso di spostare l'attenzione di qualcosa che non era così determinato: ovvero che i momenti creativi fossero anche interagenti con lo spettatore e che era molto importante in quegli anni lì.

G.T.: E che veniva anche dalla performance e da quei cambiamenti di cui parlavi. A proposito di questo Emilio Prini era molto amico di Gino De Dominicis che era un altro artista che ha lavorato molto su questo piano mentale e intellettuale dell'arte. Raccontaci.

A.B.: De Dominicis è stato l'artista che più vedevamo e li ho conosciuti insieme. Abbiamo condiviso tantissima vita. Come anche poi ci si vedeva da Rosati dove veniva anche Gianni Kounellis con Michelle, la sua compagna, c'era anche Vettor Pisani, e i pittori come Tano Festa e Franco Angeli mentre Mario Schifano invece l'ho conosciuto dopo. Per Schifano ho anche fatto un lavoro di design e lo ricordo come una persona dalla grande vivacità mentale. Invece con Gianni (Kounellis) e Michelle (Coudray), Kounellis già faceva molte mostre, anche all'estero, e erano spesso in viaggio e quando tornavano facevamo delle serate insieme molto vivaci: Gianni era ideologicamente molto storicizzante e molto preso da un atteggiamento politico più forte mentre Gino De Dominicis e Millo (Prini) no o meglio lui lo era in modo diverso. Mentre Pisani veniva ma spesso tornava a casa presto dalla sua compagna.