Intervista ad Anna Butticci



Emilio Prini e il rapporto con i galleristi italiani tra anni Settanta e Ottanta


Anna Butticci racconta di Emilio Prini e del suo rapporto con alcuni galleristi italiani tra anni Settanta e Ottanta. Il contesto in cui l'artista operava e interagiva con il mondo dell'arte.

soggetti:
Arte Povera; Arte Concettuale; Transavanguardia; azione; Installazione

persone citate: Fabio Sargentini [gallerista] ; Gian Enzo Sperone [gallerista] ; Gilbert&George [artisti] ; Mario Pieroni [artista] ; Franco Toselli [gallerista] ; Emilio Prini [artista] ; Yves Klein [artista] ; Piero Manzoni [artista] ; Cesare Tacchi [artista] ; Joseph Kosuth [artista] ; Luigi Ontani [artista] ; Enzo Cucchi [artista] ; Sandro Chia [artista] ; Francesco Clemente [artista] ; Luciano Pistoi [critico, gallerista] ; Giulio Paolini [artista] ; Luciano Fabro [artista] ; Marisa Merz [artista] ; Mario Merz [artista] ; Giuseppe Penone [artista] ; Gilberto Zorio [artista] ; Lucio Amelio [gallerista] ; Lia Rumma [gallerista] ; Pio Monti [gallerista]

opere:
Sei come un'atmosfera che dona un brivido blu, Emilio Prini, 1975
Da Goya, Emilio Prini, 1979

trascrizione:
G.T.: Invece il rapporto con i galleristi com'era? Era differente da quello che vediamo oggi? All'epoca il rapporto con le gallerie era spesso determinante?

A.B.: I galleristi di quel periodo erano delle persone che veramente sostenevano un'idea dell'arte e sostenevano molto gli artisti, quindi, non c'era l'idea del mercato, nel senso che le cose che venivano fatte erano fatte perché si credeva in un cambiamento di qualcosa di effettivo nella società. Il mercato è venuto un po' dopo o meglio si compravano anche delle cose però veniva in secondo piano, infatti, non si pensava a un'economia dell'arte come oggi che il sistema è completamente cambiato. Quindi c'erano galleristi molto lungimiranti bravi anche molto creativi tipo uno di quelli che poi ho conosciuto molto poco è Sargentini che aveva una galleria importante; Gian Enzo Sperone che ha organizzato delle bellissime mostre e ha fatto venire Gilbert & George a Roma; anche Mario Pieroni è stato importante con la sua galleria durante gli anni ‘80 a via Panisperna e poi c'era a Milano Franco Toselli che era un gallerista creativo: Prini per una mostra gli chiuse la galleria per mettere "la famosa vetrina" con dentro una poltroncina mi sembra di ricordare col fondo giallo e c'era questa scritta e che diceva "è come un attimo che dona un brivido blu".... un po' ricordando Klein che lui amava molto, come Manzoni, e questo è stata una mostra che lui ha fatto quando ancora non lo conoscevo l'ho conosciuto dopo.
A Roma si vedeva anche Tacchi, c'era Joseph Kosuth che veniva a Roma, c'erano tanti artisti, c'era Luigi Ontani che era un caro amico che se si frequentava e si vedevano anche Enzo Cucchi, Sandro Chia e Francesco (Clemente) che stava ancora in Italia e poi è andato in America.

G.T.: Che cosa ne pensava Emilio Prini della Transavanguardia?

A.B.: Era molto curioso, non negava questo ritorno, l'osservava. Siamo andati anche insieme alla prima mostra di Sandro (Chia) che aveva esposto alla Galleria dell'oca di Luisa Laureati e lì poi negli anni ho conosciuto anche Luciano Pistoi che era un mercante un uomo molto bravo, molto intelligente, molto lungimirante anche verso gli artisti e mi ricordo che ho conosciuto lì anche Giulio Paolini come Luciano Fabro: perché in quegli anni si viaggiava anche molto cioè gli artisti si spostavano tantissimo per andare a vedere le altre mostre. Si andava a Torino, dove ho conosciuto Mario e Marisa Merz e con cui Emilio aveva un'amicizia e un rapporto fatto di grandi conversazioni di amicizia; c'era Penone, Zorio.

G.T.: Quindi tutti quegli artisti che hanno costituito, dall'arte Povera l'arte Concettuale.

A.B.: Voglio ricordare anche Lucio Amelio che è stato un gallerista intelligentissimo a Napoli come lo è stata anche Lia Rumma con Amalfi.

G.T.: Ad Amalfi, infatti, si tiene un'importante mostra nel 1967.

A.B.: Ecco c'erano dei galleristi che erano delle personalità cioè erano persone molto audaci. Anche Pio Monti con la sua galleria in via Principessa Clotilde dove Millo (Prini) ha fatto questa mostra con questa figurina e questo tubo con il rumore registrato che cadeva da cui poi è stato fatto nel 1979 quel famoso manifesto "Da Goya". Dove lui è in profilo.

G.T.: Ancora una volta c'era questa interazione o meglio c'era questo tubo che cadeva, ma non cadeva e di cui si sentiva il rumore della caduta registrata prima e spiazzava un pò lo spettatore.

A.B.: Ma questo a Emilio è sempre piaciuto, questo dare questo spiazzamento a qualcuno che andava a vedere una sua mostra.