Intervista a Dora Stiefelmeier



RAM


Stiefelmeier parla della nascita di RAM, Radio Arte Mobile, e della sua evoluzione in progetto permanente

persone citate: Fusi, Federico; Pieroni, Mario [Gallerista] ; Badovinac, Zdenka [Curatrice d'arte] ; Vitone, Luca [Artista] ; Durham, Jimmie [Artista] ; West, Franz [Artista] ; Obrist, Hans Ulrich [Curatore d'arte] ; Weiner, Lawrence [Artista] ; Ono, Yoko [Artista] ; Ontani, Luigi [Artista] ; Karamustafa, Gülsün [Artista] ; Pietroiusti, Cesare [Artista] ; Gianni, Riccardo; Bendetti, Lorenzo

enti e istituzioni:
Zerynthia-Associazione per l'arte contemporanea; RAM-Radio Arte Mobile; Biennale di Venezia; Sound Art Museum

trascrizione:
R.P.: Da Zerynthia avete poi pensato nel 2001 a un progetto ancora diverso, quello di RAM.

D.S.: Sì, vedi un progetto fa nascere un altro. Noi avevamo in corso un grande progetto, sempre con fondi europei, nel sud del Lazio che si chiamava Verso sud, ed erano venti artisti dislocati in vari posti e così, per scherzo, la sera ci si riuniva tutti, si stava insieme, poi durante il giorno ognuno lavorava- chi a Valmontone, chi a Piglio, Carpineto Romano, Paliano- un po' per conto suo e noi facevamo a zig zag finché Federico Fusi disse "certo, se avessimo una radio non sarebbe male". A una radio non ci avevamo mai pensato, Mario ed io eravamo ignoranti in materia. Esce un bando europeo che si chiamava Azioni innovative, lì ho pensato di creare una radio, in una primo momento pensavamo ad una radio di frequenza e abbiamo capito che non era proprio il caso. Successivamente abbiamo pensato di poter fare una radio con Internet, una Web Radio, e lì devo dire siamo stati i primi internazionalmente che abbiamo poi fatto funzionare una Web Radio con delle dirette in tanti posti. Nel progetto abbiamo previsto un pulmino, "decorato" da Federico Fusi, che viaggiava in tutta Europa da un amico all'altro. C'era sempre sul pulmino un conducente, un curatore, a volte un artista, non sempre, e un tecnico del suono e facevamo le tappe; siamo stati a Lubiana perché c'era Zdenka Badovinac che era direttrice della galleria e ci invitò, poi si è passati per Vienna dove ci aspettavano tutti gli amici, poi a Lüneburg dove c'era l'università, c'era Dieter Stoller (...) molto aperto, poi in Danimarca, Svezia, Belgio, Olanda, Francia. Questo pulmino girava l'Europa e abbiamo fatto anche un libro di questa esperienza, però dopo un anno la dovevamo chiudere perché giustamente l'Europa poi ti chiede i conti finali altrimenti poi non prendi i soldi, così abbiamo chiuso e ci è dispiaciuto perché ci piaceva molto la radio e fare le dirette. Avevamo un computer che pesava 25 chili e lo avevamo collegato con un server che quando serviva ci mandava in streaming e si faceva la diretta. A questa cosa ci eravamo affezionati e allora ci siamo messi a cercare una sede per continuare e abbiamo trovato questo posto che diventò la sede di RAM e continuammo a fare delle postazioni con RAM, Radio Arte Mobile. Ogni postazione che facevamo era disegnato da un artista, abbiamo fatto con Vitone a Milano, Jimmie Durham a Hereford, Franz West a Padula.

R.P.: Erano gli artisti che sceglievano la postazione?

D.S.: No, noi sceglievamo il luogo e loro dovevano fare il tavolo e la postazione. Ci invitò Obrist, che conosciamo da una vita, a Utopia Station, che era una parte della Biennale del 2003, e Franz West ci fece un grande tendone che lui chiamava Canopì (...) dove ci sistemammo, nel Giardino delle Vergini in fondo. Siamo stati lì e abbiamo fatto radio no stop per giorni, ci sono stati Lawrence Weiner, Yoko Ono, Obrist, Ontani, Karamustafa, e lì è esplosa la radio. Eravamo ancora Zerynthia, non era stata formalmente creata la radio, ma tornati da questa esperienza di Utopia Station decidemmo di rendere la radio autonoma, anche perché gestire una radio è diverso da gestire un'associazione culturale, e abbiamo fatto RAM s.r.l, essere un s.r.l. ci permetteva di avere anche rapporti economici con partner che ci chiamavano. Questo posto è diventato il quartier generale di R.A.M. Siamo poi andati avanti con delle postazioni fino al 2007, con un intervallo di cui poi ti parlerò, in cui siamo in diretta sempre. Facciamo 12 ore e 12 ore e ripetiamo il programma due volte al giorno facendo una programmazione molto dura di 12 ore al giorno, però quando abbiamo aperto questo posto ci siamo fatti intrigare dal suono- che per me e per Mario che venivamo dal visivo era anche un terreno nuovo e c'erano persone anche molto diverse- insieme a Cesare Pietroiusti, Riccardo Gianni- un compositore e musicologo con il quale avevamo già fatto progetti insieme- e Lorenzo Benedetti che era un giovanissimo curatore, abbiamo creato il Sound Art Museum. Fu una open call fatta agli artisti sonori di tutto il mondo, arrivarono centinaia e centinaia di file audio e noi poi creammo il Sound Art Museum, un archivio sonoro che tuttora va avanti con migliaia di file audio.