Intervista a Dora Stiefelmeier



Progetti sonori


Siefelemeier parla dei progetti sonori nazionali ed internazionali

persone citate: Pistoletto, Michelangelo [Artista] ; Tadiello, Alberto [Artista] ; Moro, Simonetta [Artista] ; Pieroni, Mario [Gallerista] ; Kounellis, Jannis [Artista] ; Prini, Emilio [Artista] ; Pisani, Vettor [Artista] ; Landi, Donatella [Artista] ; Curran, Alvin [Musicista] ; Cestelli Guidi, Anna [Storica dell'arte e curatrice] ; Bonito Oliva, Achille [Critico d'arte e curatore] ; Hanru, Hou [Critico d'arte e curatore]

enti e istituzioni:
NCCA-National Centre of Contemporary Art (Mosca); Museo Nazionale delle Federazione Russa; Todi Festival; Bagno Borbonico [Galleria] ; Auditorium Parco della Musica (Roma); MAXXI; Zerynthia-Associazione per l'arte contemporanea; Biblioteca Comunale di Paliano; Galleria Pieroni

trascrizione:
R.P.: Invece da un punto di vista di progetti che state curando adesso anche con altre istituzioni italiane?

D.S.: Noi abbiamo diversi binari. Da una parte abbiamo una cosa con la quale abbiamo preso molto gusto, cioè mettere in scena il suono. Abbiamo fatto molti progetti che ci hanno portato molta soddisfazione, prima un progetto grande che abbiamo fatto con NCCA a Mosca -noi per anni abbiamo collaborato con varie istituzioni a Mosca, purtroppo non più perché la scena è totalmente cambiata e molto persone lì son state defenestrate, quindi c'è stata un'interruzione- che è il Museo Nazionale delle Federazione Russa con sei sedi in tutto il territorio russo. Abbiamo fatto un grande progetto che si chiamava Arte italiana all'ascolto ed erano 18 artisti, fra visivi e sonori, di quattro generazioni che andavano da Pistoletto a Tadiello, da Moro a (...), insomma c'erano tante situazioni ma era solo sonoro. L'NCCA di Mosca ha un enorme spazio espositivo centrale, noi avevamo messo tutto al buio realizzando una messa in scena del suono che si spostava.

R.P.: Ma con delle postazioni sonore?

D.S.: Delle postazioni dove vedevi solo un cerchio col nome e poi vedevi dei microfoni, era proprio una messa in scena del suono. Eravamo abbastanza terrorizzati perché pensavamo che il pubblico avrebbe parlato, invece niente, è stato fantastico perché ci fu un silenzio totale. Tutto il giro durava trentacinque minuti, poi andava in loop e ricominciava. Devo dire che è stata un'esperienza bellissima che abbiamo ripetuto anni dopo, mi pare nel 2014, al Todi Festival dove anche lì è andata bene. Poi abbiamo fatto un altro progetto grande (...), un progetto con artisti che avevano l'ossessione degli uccelli, perché noi avevamo già lavorato sugli uccelli prima.

R.P.: Forse c'era anche da Pieroni un'opera di Kounellis degli anni Settanta.

D.S.: No quello non eravamo noi. Sì Gianni era molto affezionato al pappagallo.

R.P.: Mi pare che in archivio ci fosse una foto, e mi sembrava il Bagno Borbonico, dove c'era una sala con i corvi trafitti.

D.S.: No questo non era da noi. Al Bagno Borbonico erano le porte in piombo. Comunque anche questo progetto di Parigi era (...) in un teatro lirico e c'era anche lì una messa in scena del suono e questo è un progetto che ci è piaciuto moltissimo. Una cosa simile l'abbiamo fatta per la carceri (...) a Paliano, insomma ci piace dare centralità al suono e renderlo protagonista. Poi ovviamente non è che per questo non ci siamo più occupati di visivo, però noi non volevamo il suono come sottofondo ma come protagonista e creare questo binomio fra artisti totalmente sonori e artisti visivi come ad esempio Emilio Prini, artista visivo però c'è un pezzo suo solo sonoro, come Pisani ,Pistoletto, che hanno fatto pezzi solo sonori. Una brava nel suono è Donatella Landi, che è stata forse una delle prima artiste sonore donne in Italia, la Moro ha un rapporto molto forte con il suono. Questi sono esperimenti che a noi piacciono molto. Poi abbiamo fatto progetti come alla Terme di Caracalla con Alvin Curran l'anno scorso, un'architettura sonora che poi è andata avanti per tre mesi e che ha dialogato con le terme e con lo spazio antico.

R.P.: Avete fatto, se non sbaglio, progetti con l'Auditorium.

D.S.: Qualcosa abbiamo fatto anche con l'Auditorium un po' con Anna Cestelli, e Achille Bonito Oliva quando usa il suono nelle mostre quasi sempre ci interpella, poi al MAXXI Hou Hanru ci aveva invitato quando ha fatto la mostra Open City e noi abbiamo fatto una postazione radio abbastanza articolata e che ha fatto parte della mostra. La postazione è stata fatta da Lim, altro artista con il quale noi lavoriamo. Avendo questo spazio qui è naturale che non sarebbe rimasto solo radio perché di là ci sono tre stanze e da lì è nato un progetto che si chiamava Camere dove ogni volta, in ogni tappa, c'erano tre artisti invitati che dovevano coabitare, e abbiamo fatto venti di queste camere con sessanta artisti diversi, è stato molto internazionale anche.

R.P.: E questa coabitazione fra gli artisti era decisa da voi o erano loro a scegliere?

D.S.: No, era deciso da noi, però chiaramente pensavamo bene a chi mettere insieme. È stato un bell'esperimento perché ogni stanza era autonoma rispetto alle altre però c'era una coabitazione, poi lo abbiamo voluto chiudere perché i progetti bisogna anche saperli chiudere. Quando tiri fuori sessanta artisti, che non sono pochi, devi essere attento a non farla diventare una routine, magari si scende anche di livello. Infatti in questi spazi abbiamo fatto arrivare la biblioteca di Zerynthia che prima era stata a Paliano, per moltissimi anni alla Biblioteca Comunale di Paliano che comunque è il comune e sede di Zerynthia. Adesso è tutto qua, ci sono i libri, c'è l'archivio della Galleria Pieroni poi ci sono anche altri archivi, anche tutto questo è archivio (indicando alle sue spalle), perché Michelangelo Pistoletto ci disse "avete bisogno di un armadio con tutta questa roba" e ha realizzato questo armadio del Mediterraneo dove qui è inserito tutto l'archivio e abbiamo persone che ci lavorano.