Intervista a Dora Stiefelmeier



I progetti di Zerynthia


Stiefelmeier racconta i progetti realizzati con Zerynthia-Associazione per l'arte contemporanea

persone citate: Badovinac, Zdenka [Curatrice d'arte] ; Gregoric, Alenka; Chiodi, Stefano; Hoet, Jan [Storico dell'arte e curatore] ; Raspail, Thierry [Storico dell'arte]

enti e istituzioni:
MACRO; Galleria Pieroni; Zerynthia-Associazione per l'arte contemporanea; Villa Medici (Roma); Palazzo Lantieri (Gorizia); Museo di Gent; Museo d'arte contemporanea di Lione; Biennale di Venezia

trascrizione:
R.P.: È già stata studiata a fondo, secondo te, la storia della prima parte della galleria?

D.S.: Abbiamo avuto due mostre, una a Lubiana- ma non da Zdenka Badovinac- nell'altra struttura della città da Alenka Gregorič, lei ha fatto una mostra che si chiama Compagni di viaggio che riprende un po' la nostra storia includendo gli anni della galleria e poi qui al MACRO con Stefano Chiodi. Abbiamo poi fatto il libro della Galleria Pieroni e adesso stiamo lavorando al libro di Zerynthia che sarà diviso in due volumi perché il materiale è enorme; Zerynthia ha avuto varie sedi, la sede sociale è rimasta Paliano, poi noi per cinque anni abbiamo gestito l'attività di arte contemporanea a Villa Medici a Roma, dove abbiamo fatto l'Atelier del bosco, poi abbiamo avuto un incarico per cinque anni in Toscana a Serre di Rapolano dove avevamo un grande spazio in una ex scuola e dove abbiamo fatto venire il mondo intero con grandissimi progetti anche lì. Poi abbiamo avuto per altri quattro, cinque anni una sede a Gorizia, a Palazzo Lantieri, quindi abbiamo avuto varie sede oltre alle nostre attività qui a Roma. Abbiamo lavorato tanto e molte cose erano in contemporanea, mentre eravamo a Paliano con il progetto Oreste (...) c'era Serre di Rapolano e Villa Medici, era un incubo di lavoro.

R.P.: Immagino la difficoltà da un punto di vista organizzativo ma anche burocratico, forse avere a che fare con tutte queste realtà istituzionali diverse è un impegno.

D.S.: Sì certo, abbiamo anche dei collaboratori, tra cui un bravissimo commercialista Andrea Di Marciano (?) che è membro di Zerynthia dalla sua nascita. Abbiamo persone che ci aiutano però per alcuni anni è stato un lavoro, direi, eccessivo.
Sono un po' di giorni che lavoriamo su un capitolo di un progetto che era venuto a Serre di Rapolano che si chiamava In door , un progetto europeo vinto che abbiamo fatto insieme a Jan Hoet del Museo di Gent e a Thierry Raspail del Museo di arte contemporanea a Lione, ed era un progetto che ci era venuto in mente di fare nel'98-'99. Eravamo andati prima a Münster e poi a Documenta, perché coincideva quell'anno, ed era un incubo solo per gli spostamenti e al ritorno ci siamo fermati da Jan Hoet a Gent e gli abbiamo detto che era assurdo tutto questo, a momenti le mostre si possono vedere solo in macchina perché non riesci nemmeno a camminare. La Biennale era diventata faticosa, lo è tuttora, e ci siamo detti: perché non fare il contrario? Perché non chiamiamo tutti gli artisti nel museo e il pubblico così assiste? A Hoet l'idea è piaciuta subito e disse "facciamo In door" e così è lui che ha creato questo nome. Avevamo quindi questa scuola, dove il progetto è durato per mesi, e vivevano tutti lì gli artisti; si cucinava nel museo, si lavorava, ed è stato un progetto, devo dire, molto bello. Non so come non sono morta di fatica in quegli anni, comunque era bellissimo. A Serre di Rapolano ci sono tuttora le cave di travertino che erano attive però un giorno, per circa tre anni poi ci hanno cacciati, durante il solstizio d'estate, ci liberavano le cave e noi potevamo fare performance di arte. Abbiamo fatto tre solstizi d'estate, delle cose improvvisate di arte, performance, musica, poesia e anche quella è stata un'esperienza abbastanza irripetibile.