Intervista a Dora Stiefelmeier



IL progetto DAC e No Man's Land Foundation


Stiefelmeier racconta la nascita del progetto DAC e di No Man's Land Foundation

persone citate: Jacorossi, Ovidio; Antinori; Zaccagnini; Hyber, Fabrice [Artista] ; Baruchello, Gianfranco [Artista] ; Friedman, Yona [Architetto] ; Decavèle, Jean-Baptiste; Pieroni, Mario [Gallerista]

enti e istituzioni:
Hotel Hassler (Roma); No Man's Land Foundation

trascrizione:
R.P.: Portando quindi degli artisti già affermati a contatto con i giovani.

D.S.: Non solo. Sai è molto importante anche mescolare giovani con artisti più affermati perché piace agli uni e agli altri, questa è un'altra parte del nostro lavoro. Poi abbiamo fatto dei tavoli con degli industriali, i tavoli Dac(...), anche li abbiamo fatto una ventina di tavoli Dac Meeting (...), per Denominazione Artistica Condivisa, perché pensavamo che tutti noi cerchiamo sempre soldi, però lo sponsor, se lo trovi, alla fine non è mai veramente contento. Tutto questo guadagno di immagine, tutte queste cose che si dicono alla fine, se questo poi è il motivo, non regge a lungo. Spesso poi vedi che c'è delusione da parte di chi ti da i soldi, allora noi ci siamo detti che dovevamo coinvolgerli prima e abbiamo creato questi tavoli. Questo in particolare è nato per il primo DAC che era all'albergo Hassler di Roma, era il 2012 mi pare, e abbiamo messo imprenditori tipo Jacorossi, Antinori del vino, Zaccagnini insieme ad artisti come Fabrice Hyber, Baruchello, Yona Friedman- che già non poteva viaggiare ma era intervenuto con un video- c'era Jean-Baptiste Decavèle a tavola e abbiamo detto "non devono fare niente, devono solo parlare e trovare un linguaggio comune per capirsi". Spesso non per cattiva volontà, ma manca un linguaggio comune e una mediazione perché delle volte, quando l'artista va in contrasto con l'imprenditore finisce malissimo e allora abbiamo fatto questi tavoli, circa una ventina. Tre in Olanda, due in Francia, poi in tutta Italia da Palermo e Bolzano, Alghero per creare un po' questo hummus, poi alcune cose sono nate da lì' ma non era mai strumentalizzato. Non invitavamo un artista perché poi insieme ad un altro artista dovevano fare questo o quello, questo era un nostro binario dei tanti che abbiamo percorso.
Poi l'ultima cosa che si è aggiunta, che però è separata, è la No Man's Land Foundation. Abbiamo fatto una fondazione che ha sede a Loreto Aprutino che è incentrata sul pensiero di Yona Friedman, questo architetto visionario con il quale abbiamo fatto molti progetti, anche libri. Questa è un'altra storia che ci assorbe moltissimo.

R.P.: Ti ringrazio tantissimo per tutte queste informazioni.

D.S.: Di solito mi dicono che confondiamo le idee.

R.P.: No assolutamente, era tutto molto chiaro.

D.S.: Ci dicono sempre "voi cambiate in continuazione" non è che cambiamo, è il mondo che cambia e noi cerchiamo di adeguarci e rimanere noi stessi. Il nostro modo, quello mio e di Mario, non è fondamentalmente cambiato, chiaramente abbiamo tanti giovani che collaborano con noi e si occupano dei social network e la radio, perché ovviamente sappiamo che oggi ci sono dei canali che vanno inglobati e noi non avevamo la preparazione tecnica per farlo quindi abbiamo una decina di persone intorno a noi che coprono anche questi dati.