Intervista a Massimo Piersanti



Gli Incontri Internazionali d'Arte


Piersanti racconta la sua esperienza di fotografo degli Incontri Internazionali d'Arte, ricorando in particolare gli interventi di Cloti Ricciardi, Laura Grisi, Cesare Tacchi.

persone citate: Tacchi, Cesare [artista] ; Paolini , Giulio; Prini, Emilio; Kounellis, Jannis [artista] ; Schifano, Mario [artista] ; Festa, Tano [artista] ; Angeli, Franco [artista] ; Lonardi Buontempo, Graziella [collezionista e mecenate] ; Corà, Bruno [critico d'arte] ; Medori, Paolo; Ricciardi, Cloti [artista] ; Grisi, Laura [artista] ; Lo Pinto, Luca; De Dominicis, Gino [Artista] ; Boetti, Alighiero [Artista] ; Coudray, Michelle; Mattiacci, Eliseo; Mitri, Tiberio [Pugile] ; Turcato, Giulio [Artista] ; Fabbri, Lionello [Fotografo]

opere:
Vietato l'ingresso agli uomini, Cloti Ricciardi, 1972

enti e istituzioni:
Incontri Internazionali d'arte [Centro d'arte] ; MAXXI; Casa Internazionale delle Donne; Palazzo Taverna; Festival dei Due Mondi (Spoleto) [Festival] ; Galerie Emanuel Layr (Roma); Galleria Schema (Firenze)

trascrizione:
R.P.: Questo precede la fase in cui ti sei spostato a Barcellona. Ti volevo chiedere un'altra cosa, questa è una mia curiosità perché seguo il lavoro di Cloti Ricciardi da un po' di tempo e ricordo che agli Incontri aveva fatto un'azione portando un collettivo di femministe, diciamo una seduta di autocoscienza all'interno degli spazi, però mi sembra fossero fotografate da Paolo Medori.

M.P.: Sì, ti spiego. Io arrivai quella sera e mi trovai di fronte il cartello "Vietato l'ingresso agli uomini". Ti dico la verità, siccome venivo da un periodo di molto lavoro, il fatto che non mi permettevano di entrare fu una scusa per andarmene. Paolo Medori faceva parte dello staff degli Incontri per cui era già dentro come aiuto di Corà, per cui probabilmente si è trovato lì dentro e fece queste foto.

R.P.: Tu quindi neanche l'ingresso hai fotografato?

M.P.: Ho fotografato solo l'ingresso, credo che questa fotografia sia al MAXXI.

R.P.: Però non hai varcato la soglia.

M.P.: No, diciamo che non ho insistito.

R.P.: E le reazioni? A parte la tua che magari eri stanco, te le ricordi?

M.P.: Se non ci volevano non ci volevano, non fu una tragedia insomma. Poi sai era un momento dove lì a Via del Governo Vecchio c'era la Casa delle Donne, che erano abbastanza dure con noi qualche volta, non insistemmo molto. C'è stata anche recentemente questa mostra curata da Luca Lo Pinto alla Galerie Emanuel Layr. C'era una piccola mostra di quel periodo con delle immagini di Paolo Medori e degli altri documenti che riuscì a trovare. Poco. Infatti ha chiesto anche a me ma dissi guarda "No perché mi mandarono via".

R.P.: Infatti io per la mostra a Milano avrei voluto qualche immagine.

M.P.: Non ci sono in realtà. Loro furono molto drastiche e fu anche drastica Manuela, la segretaria di Graziella che mi disse che non mi avrebbero fatto entrare. E pensare che era un periodo dove avveniva una mostra ogni sera, una dopo l'altra. Fotografai invece quella della Grisi.

R.P.: Com'era quella della Grisi?

M.P.: Ti posso far vedere anche le immagini. Lei aveva appeso a una parete dei comunicati, delle immagini, estremamente semplice ma efficace, una buona mostra. Le mostre che duravano una sera erano un po' così, poi ci state pure delle cose eclatanti come sono stati i due seggiolini di Gino -appesi quasi al soffitto praticamente- con il giovane e l'anziano che si guardavano, o il concerto di Prini, le letture sui testi di Paolini o il concerto di flauti di Kounellis. Sempre molto interessante era quello che faceva Boetti devo dire, perché anche quando non sembrava ci fosse molto da poter fare tirava fuori sempre qualcosa di abbastanza straordinario. Comunque diciamo che gli Incontri erano serate vive e veniva molta gente.

R.P.: E con gli artisti della scena romana meno legati a Graziella Lonardi Buontempo? Penso a Franco Angeli, Tano Festa, Mario Schifano, mentre Tacchi ruotava lì intorno, però gli altri no.

M.P.: Con Tacchi diventammo amici tant'è vero che io, purtroppo si è trovato poco di questo, feci un filmato in 16 mm a Palazzo Taverna -lui che baciava il suolo- e andai a rifarlo a Firenze alla Galleria Schema. Mi ricordo che fu una stranissima serata: mi ricordo che c'era Michelle, Tacchi, Eliseo Mattiacci e andammo tutti a mangiare in un ristorante un po' in collina, fuori Firenze, e tutti erano molto impressionati perché vicino a noi stava mangiando Tiberio Mitri, che allora era stato campione italiano di boxe. Un personaggio che ci aveva molto colpito.
Quando io ho conosciuto il gruppo di Tano, Schifano, Tano stava già abbastanza male ed era molto difficile comunicare con lui. Di Angeli ho qualche immagine, ma poche.

R.P.: Più legate a Vitalità del negativo?

M.P.: Esatto. Sai io non ero uno che fotografava quadri, poi l'ho fatto dopo perché quando mi sono trovato di fronte P.... ho fotografato la sua mostra Barcellona, vennero molto bene. Lui dipingeva sui due lati di questa specie di tela, che non era una tela, e lui mi chiese di fotografarne 80 che aveva lì. Fu lavorone perché poi erano le immagini che richiedevano luce dietro, luce davanti e che nessuno dei due lati prendesse eccessivamente il sopravvento. Però ecco, sulla Pop romana sono forse arrivato un po' in ritardo da Napoli. Conobbi Turcato perché lui era molto amico di Lionello Fabbri, il fotografo del Festival dei Due Mondi -infatti il suo archivio è stato ceduto lì- morto abbastanza presto, e lui, che abitava vicino a me, mi chiese lo studio per fare dei ritratti a Turcato. La cosa divertente è che Turcato si presentò in pigiama a righe di flanellona pesante, con le pantofole e il loden sopra che era una cosa, poi ho saputo dopo, tipica sua. Borbottava molto, ce l'aveva con gli americani perché secondo lui non erano sbarcati sulla Luna, era estremamente simpatico. Poi sai era una presenza lì che abitava in centro a Roma, e pensare che fra Via Ripetta, il Babuino e Rosati erano tutti lì praticamente.