Intervista a Massimo Piersanti



I primi contatti con il mondo dell'arte


Piersanti racconta i suoi primi contatti con il mondo artistico romano, in particolare con Bruno Corà, Fabio Mauri e Graziella Lonardi Buontempo

persone citate: Corà, Bruno [Critico d'arte] ; Mauri, Fabio [Artista] ; Lonardi Buontempo, Graziella; Mulas, Ugo [fotografo] ; Bonito Oliva, Achille [Critico d'arte] ; Tirelli; Kounellis, Jannis [Artista] ; Fabro, Luciano [Artista] ; Abate, Claudio [Fotografo] ; De Dominicis, Gino [Artista] ; Pisani, Vettor [Artista] ; Jodice, Mimmo [Artista] ; Merz, Mario [Artista] ; Alfano, Carlo [Artista] ; Buren, Daniel [Artista]

enti e istituzioni:
Palazzo delle Esposizioni; Biennale di Parigi; Palazzo Taverna; Incontri Internazionali d'arte; Alitalia [Azienda] ; Museo e Real Bosco di Capodimonte [Museo]

trascrizione:
M.P.: Nell'arte cominciai un po' per caso. Io abitavo in centro a Roma non lontano da Piazza di Spagna, a una traversa di Via del Babuino che allora era un'altra strada da quella odierna, e conobbi Bruno Corà alla libreria Bocca, quella dei Bompiani -quindi era vicino a Fabio Mauri, una delle persone consigliere possiamo dire di Graziella Lonardi e lui un giorno mi parlò della mostra Vitalità del negativo e mi chiese di fare un po' di foto. Era anche un periodo di esplosione, di entusiasmo verso il nuovo, così andai a Palazzo delle Esposizioni e lì conobbi Mulas che fu molto gentile (non stava già più bene diciamo, era già stato operato quindi non stava molto bene) e facemmo amicizia. Lui mi chiese di finire alcune cose che mancavano mentre lui rientrò a Milano. Da lì è nata poi questa amicizia con Graziella, con Achille Bonito Oliva e con Corà, a cui debbo molto. Un po' per il mio entusiasmo, un po' per l'amicizia con Graziella, sono diventato ufficiosamente il fotografo degli Incontri Internazionali d'arte. Ho documentato poi la Biennale dei giovani a Parigi nel ‘71 e tutte le mostre che hanno seguito a Palazzo Taverna Presenza italiana, Mappa 72, Critiche in atto. Poi è arrivata la grande mostra di Contemporanea, e
puntandomi un dito Achille e Graziella mi dissero "Massimo, tu sarai il fotografo ufficiale di Contemporanea". Io non capivo bene quello che questo avrebbe comportato, in realtà poi era cercare di documentare perché all'epoca non esisteva Internet, per cui eravamo costretti a dare ai
giornali, collezionisti e galleristi più copie possibili. Quindi c'erano pile e pile di copie di formato 18x24, che oggi le trovo anche a Porta Portese nella dismissione dei miei vecchi archivi. Lavoravo con l'ufficio stampa che era seguito dal compagno di Tirelli, il costumista, -che adesso vive in Brasile credo- e quindi segui tutta Contemporanea, e poi ho continuato fino al ‘76.

R.P.: E lì con quali artisti hai legato di più?

M.P.: Ma direi che ho legato molto bene con Kounellis. Però Kounellis aveva questa grande amicizia con Claudio Abate, che io ho rispettato sempre. E poi molto con Fabro, con cui è nata una grossa amicizia. Anche con molti degli americani, diciamo non ho mai avuto difficoltà. Sono stato amico di Gino De Dominicis e di Vettor Pisani. Con Vettor realizzammo, dopo la Biennale di Parigi, la famosa Stella Rossa Campidoglio, di cui …. ha realizzato anche molti manifesti. Fino al ‘76 è una cosa che è andata molto avanti con gli Incontri, poi gli Incontri con Graziella si sono dedicati molto al cinema, e lì mi sono allontanato. Stavo lavorando anche a Milano e mi sono dedicato molto a viaggiare. Per l'Alitalia sono stato negli Stati Uniti, in Costa d'Avorio, in Turchia, ho viaggiato molto quegli anni e nel frattempo loro andarono avanti con la rappresentazione del cinema napoletano, della donna, …. e tutte queste serie di cose, per poi riprendere un po' di vivacità con Capodimonte, con mostre bellissime che curò Bruno Corà. Io ne fotografai due perché avendo Mimmo Jodice a Napoli chiesero a lui di farle, io fotografai soprattutto Mario Merz, Alfano e Buren.