Intervista a Ruggero Savinio



Il contesto italiano negli anni Trenta


L'ostilità del Fascismo durante gli anni Trenta. Alberto Savinio è amico di Elio Vittorini, Raffaele Carrieri e Giò Ponti ed è inserito nel contesto intellettuale italiano, in particolare quello milanese prima e romano poi.

persone citate: Vittorini, Elio [scrittore] ; Carrieri, Raffaele [critico, poeta] ; Ponti, Gio' [artista, critico]

trascrizione:
G.T.: Il suo rientro in Italia, siamo nel 1934, è nel pieno del periodo fascista. Al di là della grande mostra al Valentino, che andò bene, come sono state accolte le opere di tuo padre? Opere che insomma avevano un aspetto sì metafisico, ma allo stesso tempo curioso, ironico e anche triste se vogliamo, sicuramente di difficile comprensione.

R.S.: In casa mia una parola che ricorreva spesso era "ostilità", a volte si sentiva una vera e propria ostilità, però tutto sommato aveva anche delle persone che lo stimavano. Mi ricordo un articolo ad esempio di Elio Vittorini su una mostra fatta da lui a Firenze e poi c'era tutto il gruppo intorno a Raffaele Carrieri a Milano che lo apprezzava molto.

G.T.: Tuo padre e Carrieri erano molto amici vero?

R.S.: Si erano molto amici e anche se Carrieri era molto più giovane di mio padre c'era una vicinanza culturale ma anche affettiva. C'è anche un ritratto di Carrieri fatto da mio padre. Poi c'era Giò Ponti e tutto un ambiente intellettuale e artistico italiano a lui vicino, soprattutto a Milano. Perché da Torino ci siamo spostati a Milano come tappa per avvicinarci a Roma, dove poi ci siamo trasferiti.