Intervista a Ruggero Savinio



Alberto Savinio e il contesto culturale romano


Alberto Savinio e il contesto culturale romano. Alberto Savinio si distacca in parte dall'ambiente letterario e inizia a spostare i suoi interessi verso la scienza e la cibernetica.

soggetti:
letteratura; scienza; cibernetica; pittura

persone citate: Cagli, Corrado [artista] ; Sinisgalli, Leonardo [critico, poeta] ; Belli, Carlo [artista] ; de Chirico, Giorgio [artista]

trascrizione:
G.T.: Venendo ai contatti e alle frequentazioni nel periodo in cui vivevate a Roma, momento in cui tu eri anche più grande, quali sono i tuoi ricordi?

R.S.: Tornando ai ricordi, non proprio miei autobiografici perché forse ero troppo piccolo, so che a Roma c'era tutto un ambiente di persone intorno a mio padre che amavano molto la sua figura. Posso nominare Corrado Cagli, Leonardo Sinisgalli o Carlo Belli ad esempio, che era molto legato di amicizia con mio padre. Mi ricordo mio padre soprattutto negli ultimi anni, gli anni Quaranta, quando tendeva non a rinchiudersi fisicamente in casa ma a rinchiudersi rispetto all'ambiente intellettuale, da cui si era un po' distaccato. Negli ultimissimi anni addirittura si distaccava anche dalla letteratura e diceva che la scienza era il vero futuro era la vera cultura e parlava molto della cibernetica come il grande avvenire. Lui probabilmente non si sarebbe aspettato tutto quello che abbiamo oggi, siamo pieni di nuove invenzioni. E diceva che la scienza più che la letteratura era importante. Rispetto alla pittura invece, ha sempre detto che lui era un artista sì, ma un artista che pensa. Prediligeva l'aspetto intellettuale e in quello che ha fatto, anche nella sua pittura, c'è questa componente molto forte, anche più che in Giorgio de Chirico.

G.T.: E' vero, infatti leggendo testi e romanzi di tuo padre a volte sembra di rivedere alcuni quadri e viceversa.

R.S.: Si perché c'è una specie di specularità: la sua scrittura è molto plastica è molto visiva e la pittura è piena di significati letterali di simboli.