Intervista a Ruggero Savinio



I ricordi di Ruggero Savinio agli inizi della sua carriera


Il percorso di Ruggero Savinio inizia all'Università La Sapienza di Roma dove studiava Lettere e poi si evolve naturalmente verso la pittura.

soggetti:
pittura figurativa; Scuola romana

persone citate: Ungaretti, Giuseppe [poeta] ; Venturi, Lionello [critico] ; Chabod, Federico [storico] ; Tornabuoni, Lorenzo [artista] ; Maselli, Titina [artista] ; Ziveri, Alberto [artista] ; Mafai, Mario [artista] ; Bonichi, Gino (Scipione) [artista] ; Cagli, Corrado [artista]

enti e istituzioni:
Università La Sapienza (Roma); Museo del Louvre (Parigi)

trascrizione:
G.T.: Adesso veniamo a te. Tu quando hai deciso di intraprendere la carriera di artista in modo concreto?

R.S.: Carriera e una parola molto difficile perché in realtà non l'ho mai intrapresa. Ho studiato lettere all'università ed erano anni in cui l'università di Roma aveva un corpo insegnante straordinario. C'era Ungaretti con cui in seguito ho avuto anche dei rapporti e ha presentato una mia una mia mostra: eravamo in tre giovani pittori e l'ha presentata lui. Poi c'era Chabod per la storia. C'era Lionello Venturi, di cui ho seguito le lezioni e che mi fece avere una borsa di studio per Parigi nel 1957. Fu la mia prima andata a Parigi e fu la scoperta della pittura moderna se non della storia della pittura tra il Louvre, ecc…
Diciamo che il mio ingresso nella pittura è stato naturale, anche se mia madre premeva perché mi laureassi, ma io questa laurea in lettere non l'ho mai presa. C'era tutto un gruppo di amici pittori, io ero molto legato a Lorenzo Tornabuoni. Facevamo un po' una specie di accademia privata tra noi due con un altro amico comune e con Titina Maselli, anche lei grande amante del latino che sapeva interi passi del De Rerum Natura a memoria; anche lei non si è mai laureata. Quindi hanno prevalso poi le mostre, quando uno inizia a lavorare, quindi è stato diciamo un ingresso naturale nella pittura.

G.T.: La mostra presentata da Ungaretti era era a Roma?

R.S.: Si era a Roma in una galleria che si chiamava l'Aureliana.

G.T.: E Ungaretti che cosa scrisse della mostra?

R.S.: Un piccolo testo affettuoso, un testo carino che ogni tanto rileggo.

G.T.: In quel momento era una pittura figurativa?

R.S.: Sì figurative. Comunque io penso di essere sempre stato un pittore figurativo anche se in quel momento, quello a cui guardavo era la Scuola Romana, ma più che Mafai e Scipione mi interessava un pittore che era Alberto Ziveri. Ziveri, quando facemmo quella mostra, venne invitato dalla gallerista (che lo conosceva e a cui io avevo chiesto di invitarlo). Lui è venuto e ci ha dato dei consigli. Ci disse: "andate a vedere i musei, andate al Louvre, se avete la motocicletta andate, avete la ragazza, no, meglio così andate andate a vedere."

G.T.: In quell'epoca un'altra figura importante per Roma era sicuramente Cagli?

R.S.: Sì con Cagli non ho avuto rapporti frequenti. Mi ricordo una visita al suo studio, lo era molto preso da mio padre era un suo grande ammiratore. Cagli era una persona sicuramente molto estrosa intelligente e vivace.