Intervista a Tomaso Binga (Bianca Pucciarelli Menna)



La "Carta da parato" a Roma


Tomaso Binga torna a parlare dell'opera "Carta da Parato", realizzata nel 1976 a Roma, presso un'abitazione privata, Casa Malangone, a via dei Monti Parioli.

soggetti:
Installazione; fotografia; performance

persone citate: Takahashi, Shu [artista] ; Niego, Antonio [fotografo]

opere:
Carta da parato, Tomaso Binga

trascrizione:
R. P. : Ah ecco, questa era a Casa Malangone. Dov'era Casa Malangone?

T. B. : Si trovava ai Parioli.

R. P.: E di chi era? Era di amici?

T. B.: Era la casa di un amico nostro, che era un ragazzo che teneva in affitto questa casa. Fu difficile trovare qualcuno che si prestasse a farsi tappezare la casa con la carta da parati.

R. P.: E poi cosa ci fece con la carta?

T. B.: Ha lasciato la casa dopo un po' di anni, dopo diversi anni, quattro o cinque.

R. P.: E poi la carta è rimasta lì?

T. B.: No, è stata tolta, chiaramente da chi, è venuto dopo.

R. P.: No, mi chiedevo, lui per alcuni anni l'ha tenuta?

T. B.: Sì, per alcuni anni l'ha tenuta. Devo dire che i quadri che poi io ho inserito, quelli me li sono ripresi, infatti lui voleva che io glieli lasciassi, ma io dissi no "questi me li riprendo"... E sono questi, vedi, qui c'è la carta dell'ingresso che era leggermente diversa, come disegno era identica all'altra, quella che ho fatto successivamente, però questa era celeste mentre quella che poi ho fatto era rosa.

R. P.: E questo chi era?

T. B.: Non so, uno noto, un artista noto, non mi ricordo, era un giapponese o cinese.
Questa era nel corridoio, questa è la carta del corridoio e il quadro l'ho messo di traverso, mentre nel soggiorno ho incorniciato la carta da parati con una grande cornice e sotto poi c'era una specie di mobile sul quale ho appoggiato queste cose.

R. P.: E l'idea era un po' anche quella del salotto borghese?

T. B.: Pure questa è solo una cornice che incornicia un pezzo di carta. Quindi erano tre modi diversi o incorniciavo soltanto con una cornice, incorniciavo la parete, oppure inserivo dei moduli con un passe-partout come ho fatto per l'ingresso. Oppure le strisce erano in verticale allora io inserivo un quadro con le strisce in orizzontale, insomma, avevo fatto due o tre varianti. Vedi questa è solo la cornice. E questo qui invece era l'ingresso, vedi, c'è un passe-partout in orizzontale anziché in verticale.

R. P.: Avevi scelto anche dei mobili e delle cornici un po' retrò rispetto all'epoca.

T. B.: Questa qui devo dire me l'ha prestata un'amica che teneva questa cornice che era bellissima, grande, e allora l'ho messa e ha fatto subito il suo effetto. Poi tenevo delle cornicine ricamate che erano un po' vecchie, questa aveva una specie di rilievo.

R. P.: E come mai questa scelta? All'epoca le case, anche la tua, avevano un design così moderno, così contemporaneo, e invece tu sceglievi la casa borghese.

T. B.: Sì, sì, la casa borghese. E queste sono le due cornici, vedi, questa è una che avevo io, questa era grande, questa era molto grande. Questo è il fotografo che mi ha fatto la ripresa, il servizio fotografico, che è stato un bel servizio fotografico, è morto, poverino pure lui.

R. P.: Aspetta che leggo il nome. L'avevo trovato all'inizio, Niego.

T. B.: Niego, Antonio Niego, sì, è bene citarlo. Qua c'era qualcosa che è sparito, non so che cosa ci fosse.

R. P.: E questi?

T. B.: Qua era Filiberto, questo è Pino Pinelli e questo è Italo Mussa.

R. P.: Che è un altro critico che ti ha seguito tanto.

T. B.: Sì, molto. E questo era Takahashi.

R. P.: Nagasawa?

T. B.: No, mi ricordo un Takahashi, non saprei.

R. P.: E questo Distratti dall'ambiente che cos'era?

T. B.: Distratti dall'ambiente era la mostra di Riolo Terme.

R. P.: Ah, si chiamava Distratti dall'ambiente?

T. B.: Sì, Distratti dall'ambiente.

R. P.: Come mai questo titolo, lo avevi scelto tu?

T. B.: No, non era una mostra solo mia, era un lungo corridoio dove c'erano tante stanze, come fossero stati dei magazzini, non ti so dire adesso, eravamo una decina di artisti, ognuno aveva la sua stanza. E il titolo era Distratti dall'ambiente, io avevo fatto questa cosa, altri hanno fatto cose completamente diverse, insomma.

R. P.: E qui avevi portato il vestito?

T. B.: Sì, sì, ho portato il vestito che poi appoggiavo su una sedia a dondolo e ho messo anche una sorta di manichino con una parrucca.

R. P.: E qui ci sei tu vestita.

T. B.: E c'erano solo tre o quattro mobili e basta, non è che ci fosse più di tanto.

R. P.: Qui si vede il dondolo.

T. B.: E qui c'era uno specchio e su questo specchio ho messo, ho attaccato un pezzo di carta. Questo è quello che adesso presterò, però non è questo, perché questo si è perduto, è un altro, che va mostrato in questa maniera su un manichino.

R. P.: Certo, su un manichino.

T. B.: Se l'è portato ieri...

R. P.: Simone?

T. B.: Eh sì.

R. P.: Questa invece alla Pinacoteca Civica di Macerata Il corpo della scrittura?

T. B.: Questa pure è stata una bella mostra, devo dire.

R. P.: E qui c'erano le tue carte da parati.