Intervista a Tomaso Binga (Bianca Pucciarelli Menna)



La serie dei "Polistirolo"


Tomaso Binga spiega la serie dei "Polistirolo", realizzata nei primi anni Settanta. Si tratta di opere composte da scatole da imballaggio di polistirolo bianco entro le quali l'artista incolla immagini e fotografie tratte da rotocalchi e pubblicità. In occasione dell'inaugurazione della prima mostra romana in cui vengono esposti questi lavori, l'artista installa nella galleria una macchina per lo zucchero filato da offrire al pubblico, composto, tra l'altro, da Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli.

soggetti:
Installazione; scultura

persone citate: Bucarelli, Palma [storico dell'arte] ; Argan, Giulio Carlo [storico dell'arte] ; Mauri, Fabio [artista]

opere:
La Luna, Fabio Mauri
Polistirolo, Tomaso Binga

trascrizione:
T. B.: Sono dello stesso periodo dei Polistirolo, in contemporanea facevo queste due cose.

R. P.: E l'idea di prendere il polistirolo da dove nasce? Erano degli imballaggi, delle scatole da imballaggio?

T. B.: Sì, perché da poco era uscito il polistirolo e soprattutto queste scatole erano bellissime, le forme erano molto belle, tutto questo bianco. Non so se ti ho raccontato che io, nella prima mostra che ho fatto a Roma con i Polistirolo, avevo affittato uno di questi carrettini che facevano lo zucchero filato, perché rassomigliava al polistirolo, questa cosa bianca, e quindi ognuno che entrava aveva in dono lo zucchero filato.

R. P.: C'è la foto di Argan.

T. B.: Argan e la Bucarelli che si mangiavano lo zucchero filato. Era bellissimo, c'era tutto questo bianco del polistirolo e tutti questi polistirolo, ma io volevo che facessero proprio una foto in cui tutti quanti mangiavano il polistirolo, che era bianco come le sculture.

R. P.: Tu la Luna di Mauri l'avevi vista?

T. B.: No, quando l'ha fatta?

R. P.: Nel '68, era un lavoro molto diverso, ma aveva riempito tutto lo spazio con il polistirolo, nel '68 alla Tartaruga. In questa rassegna che si chiamava Teatro delle mostre, in cui ogni giorno un artista aveva a disposizione lo spazio e poteva trasformarlo.

T. B.: No, non lo conoscevo per niente.

R. P.: No, era per questa idea del polistirolo...

T. B.: Il polistirolo era un materiale che mi piaceva. Io ho cominciato a fare delle cose per Natale che regalavo agli amici.