Intervista a Lamberto Pignotti



L'esperienza cinematografica


Pignotti racconta delle esperienze cinematografiche di Gruppo 70 e della sua partecipazione al Festival del cinema sperimentale

persone citate: Gruppo 70; Loffredo, Silvio [Artista] ; Pound, Ezra [Poeta] ; Marcucci, Lucia; Miccini, Eugenio

enti e istituzioni:
Festival dei Popoli; La Galleria Nazionale (Roma); Festival dei Due Mondi (Spoleto); Festival del cinema sperimentale; GAM (Roma) [Museo] ; Mart-Museo arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto [Museo] ; Centro Pecci [Museo] ; Università degli Studi di Udine

trascrizione:
R.P.: Un'altra cosa interessante, che prima mi mostravi, è questo piccolo catalogo del Festival dei popoli del 1967 a Firenze, in cui c'è stata una rassegna di cinema organizzata dal Gruppo 70 perché un altro degli ambiti in cui vi siete mossi, e ti sei mosso, è stato quello del cinema sperimentale, quindi realizzato con montaggi di immagini e spezzoni cinematografici tratti da fonti diverse. Avete dato vita ad alcuni film come Volerò nel 70 (...) che abbiamo visto insieme alla Galleria Nazionale qualche anno fa. Ti volevo chiedere qualche informazione in più rispetto a questo interesse per il cinema e alla vostra esperienza cinematografica, quali film avete realizzato e poi qual è stata la storia conservativa di questi film perché immagino che ci siano stati dei problemi nella conservazione di queste pellicole.

L.P.: Dunque, il Gruppo 70 ha avuto questa particolarità, venendo inizialmente dalla poesia sperimentale si è progressivamente allargato alla pittura, alla musica e quindi ha avuto fin dall'inizio questa abitudine, malvista, di sconfinare. Per altro abbiamo sconfinato nel cinema in questo senso e abbiamo sconfinato anche in altri modi, anche cominciando a praticare quella che oggi è tanto di moda, un'arte di tipo spettacolare, una particolare forma di questa poesia l'avevamo chiamata Poesie e No. Si trattava di andare nelle piazze o in altri posti a recitare le nostre poesie ma accompagnate da proiezioni di immagini di poesie visive, di musiche- classiche, contemporanee di massa, sperimentali- e questo spettacolo faceva parlare di multimedialità, sconfinamento. C'erano anche delle parti di film, in particolare il pittore Loffredo aveva trovato nei mercatini di antiquariato delle pellicole del primo '900, in cui per altro apparivano dei nudi, ed eravamo interessanti a sconfinare nella parte teatrale. Fra l'altro Poesie e No l'abbiamo fatta come manifestazione al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel '66 o nel '67 insieme a Ezra Pound, però andando con questo materiale abbiamo pensato che avremmo trovato i proiettori, invece non c'erano quindi noleggiammo questi proiettori per diapositive da un fotografo. In quegli anni c'era già il Festival dei Popoli e allora pensammo di fare un Festival del cinema sperimentale che nessuno aveva pensato di fare, oggi è abbastanza usuale. In quell'occasione a Lucia Marcucci capitò in un mercatino di antiquariato delle pellicole a (...) ridotto dei trailer e i "prossimamente" dei film, quindi ritagliando e incollando materialmente questi materiali venne fuori questo...

R.P.: Ma lo avevate fatto insieme questo taglio?

L.P.: Sì, la Marcucci aveva trovato il materiale e con Bueno (...) e Miccini provvedemmo a fare questo montaggio corale, poi con Marcucci avevamo fatto anche altri due che avrai visto forse alla GAM qui a Roma. Ecco, le cose nascono avventurosamente, aver fatto un film sperimentale di questo tipo non è che ci ha indotto a fare il mestiere di cinefili o di registi, per noi era un fatto laterale e poi io l'ho fatto, un certo copyright e un certo documento c'è. Poi in effetti è vero che alcuni invece hanno proseguito a fare esperienze di cinema sperimentale e noi non abbiamo portato avanti quel tipo di discorso, li abbiamo portati avanti nell'ambito letterario e in quello della spettacolarizzazione ma in quello del cinema, fatte quelle cose lì, abbiamo terminato. Ce l'hanno poi ricordato altri che abbiamo fatto queste cose, il Mart, il Pecci.

R.P.: E chi di voi aveva tenuto queste pellicole?

L.P.: Questi materiali eterogenei, non so come chiamarli, sono andato a ritrovarle fortunosamente, qualche volta sono filtrate attraverso un canale che era quello di (...) che era più attento a certi rapporti extra vaganti. Ultimamente stiamo ricercando cose perse, registrazioni, non solo quelle da vedere ma anche da sentire ci sono delle poesie sperimentali che sono rimaste su nastro e ora per fortuna all'Università di Udine ce le hanno recuperate e hanno fatto dei dischetti, materiali che erano malmessi, qualcosa è andato perso perché il materiale si secca, deperisce.