Intervista a Lamberto Pignotti



L'insegnamento universitario


Pignotti parla degli anni di insegnamento universitario alla Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze e al Dams dell'Università di Bologna

persone citate: Dorfles, Gillo [Critico d'arte] ; Gruppo 70 [Artisti] ; Eco, Umberto [Scrittore] ; Miccini, Eugenio; Gruppo 63; Ricci, Leonardo; Buonarroti, Michelangelo; Cellini, Benvenuto; Anceschi, Luciano

opere:
David, Michelangelo

enti e istituzioni:
Facoltà di Architettura (Università di Firenze); Facoltà di Lettere e Filosofia (Università di Bologna); Galleria dell'Accademia

trascrizione:
R.P.: A proposito di lezioni, tu hai avuto un'attività didattica molto importante e che ha avuto un peso importante nel tuo percorso. Mi puoi parlare di com'è iniziata e dove hai insegnato?

L.P.: Può sembrare una cosa paradossale, io ho insegnato in due università, a Firenze alla Facoltà di Architettura e a Bologna a Lettere e filosofia corso Dams. Io mi vergogno a dirlo, non ho fatto la domanda per entrare, mi hanno chiamato com'è successo per certi premi, non partecipo e me li danno, mi è successo e lo devo dire e ti dirò perché può essere successo. A Firenze, ai tempi di quando Berta filava (?), un preside illuminato della Facoltà di Architettura siccome aveva una disciplina che si chiamava Decorazione e gli studenti non ci andavano, incontrò Gillo Dorfles, di cui era amico, e gli chiese "perché non vieni a fare lezione, gli racconti della storia dell'arte, della semiologia, comunicazione di massa", io non lo sapevo. Stavo a Firenze e un giorno in Piazza San Marco, la piazza dell'università in cui si era formato il Gruppo 70, incontrai Gillo e gli chiesi "Gillo che ci fai qua" e lui "avevo lezione, non c'era nessun e son venuto via" (poi venne chiamato o a Trieste o a Milano, non mi ricordo bene). Poi qualche tempo dopo subentrò, come scala di valori in questa ottica, il desiderio di chiamare qualcuno che rinnovi queste situazioni, e chiamarono Umberto Eco. Si trovò in queste lezioni in cui aveva 7-8-10 allievi e quindi si attaccò al telefono e chiamò gente come me o Eugenio Miccini e disse "venite a fare gruppo". Eco faceva lezione all'epoca per la Facoltà di Architettura che poi ha dato corpo al libro La struttura assente, che riguardava il rapporto degli esteti con altri media, anche con l'architettura. Alle lezioni non andava quasi nessuno quindi noi andammo a fare numero. Poi venne chiamato, o si stufò di stare lì, e chiamarono me. All'epoca come presidente della Facoltà di Architettura c'era un architetto famoso che aveva fatto parte del Gruppo 70, e che mi chiamò, io venivo da altre situazioni: eravamo stati con Umberto Eco, Filippini (...) e con altri del Gruppo 63 in Unione Sovietica, ero stato in Jugoslavia, a Lubiana per un convegno di poesia. Tornai a casa e il preside, Leonardo Ricci, (...) mi propose di insegnare ma io dissi "non ho mai insegnato, forse non sono neanche un gran parlatore in pubblico", mi dissero che non era molto remunerativo ma io mi ero già trasferito a Roma " perché devo venire a Firenze a insegnare in una facoltà che non conosco". Siccome sono uno che si mette alla prova e a cui piacciono le avventure, vado là, partecipo alle riunioni preparatorie con gli altri professori e verso la fine di novembre del 1971 vado alla sede di questa facoltà, che è accanto all'Accademia dove sta il David di Michelangelo, e chiesi "scusi, dove sta la facoltà di architettura?", "su, al terzo piano", chiedo al custode dov'è l'aula, arrivo ed è piena. Avevo una cartella piena zeppa di cose e cominciai a parlare con loro, il rapporto fra noi e i giovani, la contestazione e la città - noi ci raccoglievamo su Ponte Vecchio dove c'è il busto di Cellini a parlare delle nostre cose, la mia prima lezione fu così. Si parlava del rapporto con la città, della pubblicità per cui la città stava diventando un'altra cosa e diventava supporto di segnaletiche, manifesti e quindi qualche volta queste cose nascondevano un palazzo, un portale, è un po' questo il concetto. Questo per la Facoltà di Architettura, per il Dams poco prima di Natale mi chiamò Luciano Anceschi dicendo testualmente "scusi Pignotti ma questo nostro incarico lei non lo accetta?", "ma quale incarico?" e lui disse "sì la chiamata per far parte del Dams che sta nascendo". Ed è andata così.

R.P.: E in che anni?

L.P.: Nel '71-'72, quando nasce il Dams, poi lì sono rimasto. Per circa cinque anni consecutivi ho fatto lezione sia ad Architettura a Firenze sia al Dams di Bologna, andavo e venivano ed erano cose avventurose insomma. Che cosa insegnavo te lo potrei dire un'altra volta, sennò si fa notte.