Intervista a Luca Patella



Terra animata, SKMP2 e gli Alberi parlanti


Patella racconta della nascita di Terra animata, SKMP" e degli Alberi parlanti.

persone citate: Cecchi, Carlo; Schifano, Mario; Graziosi, Paolo; Sargentini, Fabio; Pascali, Pino; Foschi, Rosa; Argan, Giulio Carlo; Barilli, Renato; De Dominicis, Gino; Hahn, Otto; Meldolesi, Claudio; Romolo; Alighieri, Dante; Omero; Morra, Peppe; Patella, Luca; Tarantino, Quentin; Goya, Francisco; Corot, Jean Baptiste Camille; Pistoletto, Michelangelo; della Francesca, Piero; Manzoni, Piero; Kounellis, Jannis; Mattiacci, Eliseo; Moravia, Alberto; Prini, Emilio

opere:
Terra Animata, Luca Patella
Piazza di Spugna, Luca Patella
SKMP2, Luca Patella
Alberi parlanti, Luca Patella
Sfere per amare, Luca Patella
Volavérunt, Goya

enti e istituzioni:
Calcografia Nazionale; Biennale di Venezia; Galleria Del Girasole; Galleria L'Attico (Roma); Biennale di Parigi; Cineteca Nazionale; Fondazione Morra Greco; MOCA [Los Angeles] ; La Stampa; Il Giornale dell'Arte; GNAM

trascrizione:
R.P.: Ecco Terra Animata era un'altra delle cose che ti volevo chiedere.

L.P.: Terra Animata è un breve film, è stato detto molto anticipatore, giustamente perché è un proto film. Anzi in questo nuovo libro all'inizio metterò un grande fotogramma di Terra Animata e ...alla Maison Du Plaisir nel frattempo saltiamo un po Dal Girasole, ho fatto una mostra di fotografie e diapositive al teatro di Via Belsiana, che lì non era inaugurato da Schifano, che era anche amico mio, ma semmai ho portato Schifano io lì.

R.P.: E al teatro di via Belsiana c'era una proiezione?

L.P.: Sì c'era camminare senza camminare già lavoravo lì con Carlo Cecchi e altri.

R.P.: E Carlo Cecchi poi sarà nuovamente a L'Attico.

L.P.: Sì poi lì l'ho chiamato, già faceva a Via Belsiana, che era un teatro -c'è ancora ma adesso c'è una jeanseria e stava sotto- il camminare senza camminare Io volevo farlo addirittura con un tapis roulant e Carlo Cecchi disse "no, io so fare il camminare stando fermo", è una delle azioni teatrali. E poi chiamai lui, Paolo Graziosi, tutta gente che vedo e non vedo; con Carlo Cecchi c'è in sospeso una cosa che non finirò mai purtroppo, perché alcune cose devo lasciarle. Feci questa mostra a L'Attico, Ambiente proiettivo animato, e lì fu Fabio Sargentini, Scuola di Piazza del Popolo, Scuola di Piazza di Spagna e allora feci un quadro che chiamai Piazza di Spugna, prendendo un po' in giro.

R.P.: Perché naturalmente la mostra era nel '68 prima dello spostamento nella sede a Via Cesare Beccaria, nel garage.

L.P.: Sì sì, poi ero diventato amico di Pascali, SKMP2, ma torniamo un momento a Terra animata e '65- '67 dico, primavera/estate '67, poi le terre fotografiche le facevo già nel '65 per cui altri amici dicevano "mai io ho inventato...".

R.P.: E come nascono queste Terre animate?

L.P.: Mi venne in mente di animare queste terre che avevo già fotografato, le crete senesi avevo fotografato e di quello non ho fatto un quadro, stupidamente. Terra animata facevo -perché nel frattempo era subentrata Rosa- un breve film muto, è noto a molta gente, te inclusa e ti ringrazio, poi ne hanno scritto Argan, Barilli. Argan mi dette un premio perché lo presentai alla V Biennale di Parigi, non la VI in cui c'erano Prini e De Dominicis.

R.P.: Quella del '67, no?

L.P.: Sì sì, perché Argan ebbe la gentilezza....si faceva dare del tu da me a un certo punto, "Patella, ho voluto premiare insieme a Otto Hahn il tuo film a Parigi". V Biennale di Parigi, '65 o '67?

R.P.: Mi sembrerebbe '67.

L.P.: Quindi appena fatta fui premiato, perché alla Biennale Argan non mi aveva, per le incisioni ecco.

R.P.: Che erano nel '66

L.P.: Argan avrebbe voluto darmi il premio ma non ha potuto perché c'era, non mi ricordo se …..che era più anziano, mentre nella Biennale del '66 avevo già esposto quelle acquaforti fotografiche a colori simultanei perché poi, facendo un passo indietro, ho pensato di fare in quel lasso acquaforte fotografica a colori simultanei mescolando il Cinquecento alla fotografia e al film. Tu però mi hai chiesto come mi venne in mente Terra animata, mi venne in mente di animare le terre che fotografavo e uno dei personaggi umani indicativi è Rosa che aveva una sottana specchiante. Qui non si vede molto (indica la parete alle sue spalle, in alto) perché il film, le foto, sono fatte da me, non c'erano fotografi di scena o filmmaker, un documentario, era un film-opera. Qui Rosa ha una sottana specchiante che rispecchia l'ambiente e si integra con quest'ultimo, ma io poi filmando in 16 mm, non in 8, anche in 35 -ora poi è stato portato anche a 35 dalla Cineteca Nazionale- mi avvicinavo e venivo riflesso nella sottana, mi si vedeva. In alto aveva un corpetto rigido, verde, plastico, e qui c'è di mezzo ..... un po', futurismo, dadaismo, ma il film è tutt'altra cosa. C'è un'ironia della Pop, della Op, delle puntine da disegno animate, in macro si vede una grande puntina a righe, poi un gruppo di puntine che scappano via, tutta un po' una presa in giro della Op che c'era allora. Ma, a parte queste prese in giro, i personaggi indicativi come Rosa Foschi o Claudio Meldolesi che qui nel film aveva 18 anni e studiava arte drammatica, insieme a Carlo Cecchi fra l'altro. Non dicevo né a Carlo Cecchi, che qui non c'entrava, né a Claudio di recitare qualcosa ma semplicemente di delimitare con il corpo o con delle fettucce bianche tese gli andamenti del terreno, delimitare un temenos. Temno in greco vuol dire "taglio" e anche Romolo, prima di costruire Roma delimita un temenos, un ritaglio sacro.

R.P.: Quindi c'era anche questo richiamo all'antico?

L.P.: Sì, questa è la mia cultura classica, se vuoi io ti recito Dante, Omero ma non è per strafare; ecco ma perché Patella faceva le foto, i film e tutto questo? Per essere sempre "Io, Io"? Per serietà, non per presunzione ma per assunzione di responsabilità. Perché gli Alberi parlanti fatti da me poi dicono poesie mie, dette da me, sono io che mi ascolto, io che mi autofotografo, dice "ma tutto tu"? Non sempre ho fatto così, in passato l'ho fatto molto perché alla fine, le foto degli Alberi parlanti per esempio del '71, certo c'erano tutti i fotografi del museo però le foto più belli quali erano? Quelle scattate da me, perché sapevo molto bene cosa volevo. Terra animata è un film molto complesso, anche se è di pochi minuti, 7 minuti.

R.P.: Hai introdotto tu anche questo discorso sugli Alberi parlanti che è molto interessante, oggi sono esposti in modo permanente alla Fondazione Morra a Napoli. Cosa si ascolta quando ci si avvicina con l'orecchio a questi alberi?

L.P.: Faccio un salto indietro e uno avanti. Voglio dire solo che recentemente le Terre animate sono stata esposte qualche anno fa al MOCA di Los Angeles e lì hanno detto "a key work in history of land art before land art", perché loro si aspettavano che fossero degli anni Settanta, Ottanta, invece erano del '65, '67. Ora torniamo invece agli Alberi parlanti che sono in funzione attualmente alla Fondazione Morra, sono andato giù e non sono ancora perfetti, però funzionano. Peppe è un grande mio amico attuale e mecenate, se Fabio lo era negli anni Sessanta oggi lo è Peppe. Anche Fabio oggi inaugura, vediamo se faccio in tempo ad andarci ma si vede Piazza di Spugna che si è rovinato, ed espone certe opere rovinate. Gli Alberi poi non hanno ancora il cielo di nuvole in movimento, ce lo metteremo, però funzionano. È uscito su La Stampa e altri giornali, su Il giornale dell'arte, ma sì, resteranno in funzione perché la Casa Morra non è per l'occasione, è un edificio molto vasto, un antico convento a cui sono state assegnate delle stanze. Su questi Alberi va fatto un inciso perché le Sfere per Amare fatte nel '69 a L'Attico -una mostra interattiva, virtuale e multimediale, cose strepitose- le ho riproposte alla GNAM nel 2010-11, e allora pensai rendiamole digitali in modo che possano circolare meglio. In realtà sia loro che gli Alberi parlanti, due gruppi diversi hanno detto "Patella, noi possiamo adeguarci con i nostri mezzi alle sue invenzioni ma non possiamo fare niente di più anzi, lei deve venirci incontro". Proiettare sulla sfera totale da 70 cm con il digitale non si può, allora mi chiesero di alzare la pedana di 150 cm o di scavare un buco della stessa misura, allora ho alzato un po' la sfera che diventa un po' un medaglione e allora con il proiettore allontanato ci ha permesso di proiettare dei film. Lo stesso per gli Alberi parlanti, altri grandi digitali hanno detto "noi possiamo usare al posto di una cassetta -ma di due piste concentriche, non un cassettino 8 mm- una pennetta, nascondendo un computer in una stanzetta, però tutto il resto deve pensarci lei perché non possiamo fare gli Alberi parlanti".

R.P.: Questo tu dici per il cielo?

L.P.: No, poi anche per il cielo dissero "noi possiamo mettere dei LED" e illuminare molto a risparmio rispetto a quello che ho fatto nel '71 a Liverpool ma attenzione, perché consumerà dieci volte di meno ma rende anche cento volte di meno. Lì c'erano diecimila o ventimila Watt di nuvole in movimento ma funzionavano anche alla luce, erano delle macchine teatrali che proiettavano. Qui sono delle nuvole riprese in cielo e proiettate lì in uno schermo bello grande ma nella semioscurità, capisci? Insomma, va bene, si cambia, non bisogna però credere come qualcuno fa, come io stesso in parte ho fatto e mi sono ricreduto, che l'era digitale...oggi poi è cambiato tutto. Purtroppo, questo l'ho detto e lo ripeto, è cambiato tanto, come spesso cambia tanto e questa volta è cambiata anche di più nella qualità, nella durata e nella rapidità neanche tanto, ma nella quantità sì. Per esempio, quando la Cineteca Nazionale riceve dei video non li accetta, se li accetta è perché c'è qualcosa di interessante e li passa subito in film perché almeno durano un po' di più. Anche Tarantino che può spendere, fa i video? Ma per carità, 70 mm, neanche in 35 mm, e il video è molto utile per vedere cosa fai ma non tanto come soluzione finale.

R.P.: Hai introdotto questo discorso sulle tecniche che mi interessano molto. Mi puoi parlare un po' dell'esperienza che hai fatto a Montefolle? Cos'è Montefolle, ce ne vuoi parlare un po' di tutte le tue sperimentazioni sulla fotografia, sul …. ?

L.P.: Ho costruito macchine io, cineprese, macchine, obiettivi e Montefolle sarebbe un paese fuori dal tempo, in parole povere è Montepulciano dove ho una casa, ma questa montagna pazza è...queste foto stenopeiche, stenos è piccolo, strettissimo, no? Se invece di usare un diaframma 22 si adopera un foro di spillo, si mette a fuoco dal primissimo piano all'infinito, quindi qualcosa molto in più del digitale, che apprezzo ma fino a un certo prezzo. Ma …... dei tempi lunghi, troppo lungi, non millesimi di secondo ma magari minuti. Ho per esempio foto fatte in piena notte con il foro stenopeico, figurati, ore ed ore di esposizione però potevo, con una lampadina schermata in....., dare un po' di luce qui e un po' di luce là, dipingere o pitturare con la luce. Luca-luce.

R.P.: Ci sono anche queste tue immagini in cui sembri volare nello spazio.

L.P.: Sì, le ho qua sotto. Quelle per esempio sono foto fatte da me, ho anche una stampina fatta recentemente che ho chiamato Volavérunt, da Goya no? Ma si vede il panorama di Montefolle di notte, poi dice "ma allora sono tutte sovraimpressioni", ma fra l'altro a Montepulciano dovevo realizzare le cose e poi tornando a Roma le vedevo sviluppate, anche i film. Ma era tutto fatto in diretta, in questo Volavérunt si vedono tre Luki in cielo, che volano, poi la notte di Montefolle dove siamo: io, la notte, le mie macchine -mdp, macchine da presa costruite da me- e tutto fatto in diretta, 7X7, un bel formato. Poi tornando a Roma vedevamo quello che era successo, succedeva quasi sempre molto bene, certo poi ne scattavo molte ma quasi sempre ci azzeccavo, perché avevo il sentore, come Rosa, dell'animazione.
….. furono fatte senza macchina fotografica, senza pellicola a colori, dal vero. Uno dice "come? Per magia?" senza ritocco né manuale né digitale, che allora non esisteva minimamente, negli anni Sessanta e Settanta non si supponeva nemmeno. E allora come sono state fatte? Rimettendo in vigore le tecniche di ….. o di Corot, i francesi che fotografavano a colori prima della nascita della pellicola a colori.

R.P.: Però c'è questo interesse abbastanza sviluppato, anche per riprendere alcune tecniche della tradizione.

L.P.: Sì addirittura una macchina ….. di inizio secolo trasformata da me, una vecchia macchina. Se prima ho citato le key work allora per esempio SKMP2 in cui c'è l'azione di Pino, un amico e uno degli artisti più interessanti degli anni Sessanta e così anche Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto che ho sentito giorni fa, Michelangelo quell'altro non l'ho conosciuto, tra l'altro non è che mi piaccia poi tanto, preferisco altri come Piero della Francesca. Allora dicevo...

R.P.: Dicevi di Pascali.

L.P.: Pascali che poi, rimanga un po' fra noi ma questo delimitare un temenos sulla sabbia mi disse "Luca ti dispiace.." Terra animata ….. Pascali, non è per diminuirlo, penso che avrebbe fatto cose ancora belle e grandi. Che limite potrei dare a Pascali, Manzoni a Schifano? Se sono presuntuoso sto zitto, se posso parlare un po' fra noi, non andate a dirglielo né al Patella né al Pascali. Povero uomo, è morto qui vicino, quasi un caso mannaggia. Qualcuno diceva che se la cercava ma non avrebbe voluto. Dimmi.

R.P.: Cosa potresti, diciamo, criticare rispetto ai suoi lavori.

L.P.: Ma diciamo quel temenos lì è ispirato a Terra animata. In SKMP2 ci sono Sargentini, Kounellis, Mattiacci, Pascali...

R.P.: Dove siete andati a girarlo in quelle parti in cui siete in spiaggia...

L.P.: In varie parti. L'episodio di Pino è girato al Villaggio dei Pescatori a Fregene, anzi ci accompagnò Michelangelo Pistoletto con il suo pulmino, però lui andò via perché non c'entrava con questo.

R.P.: Poi a un certo punto Pascali affonda, cioè bacia una scultura.

L.P.: Sì sì, sai ci sono molte..

R.P.: Vi eravate portati quindi prima, avevate studiato insieme..

L.P.: Lui se l'era portata dietro, perché sai non è che io gli abbia suggerito proprio tutto, quella cosa lì si ma altre no; per esempio si era portato dietro un sacco a pelo, dal quale esce anche lui, poi si mise un lenzuolo intorno al costume. Era una testa di statua perché lì si vede un mare blu, la testa di Pino e la statua. In realtà quella era una marrana, un fiumiciattolo profondo sì e no...arrivava l'acqua ai ginocchi, Pascali stava tutto rannicchiato così e con una mano reggeva la testa di gesso della statua e con l'altra qui e poi (mima il gesto dell'immersione), poi dopo finita la scena si alza e l'acqua gli arriva qui (indicando il ginocchio). Per cui quello è girato non in mare, sennò ci sarebbero state le onde che avrebbero dato noia, in questa marrana che fra l'altro sbuca sotto la casa di Moravia, che qui non c'entra niente. Tutta gente che ho conosciuto. Un altro inciso è, perché Schifano che era mio amico, di Rosa di Anna ..... ecc., a un certo momento non è che è diventato mio nemico ma ha raffreddato un po' perché Patella scemo scemo è arrivato ad esporre a L'Attico, perché da il Girasole sono arrivato a L'Attico.

R.P.: Anche lui mi pare che una volta nel '67 a Fuoco Immagine Acqua Terra ha esposto degli elementi.

L.P.: Ma era una collettiva, fare una personale a L'Attico no.