Intervista a Luisa Gardini



Gli anni all'Accademia di Belle Arti di Roma e l'incontro con Toti Scialoja


Luisa Gardini ricorda gli anni dell'Accademia di Belle Arti di Roma, dove lei frequenta il corso di Pittura tenuto da Cipriano Efisio Oppo. In un clima di sfrenato accademismo e privo di stimoli, una svolta è costituita dalla conoscenza di un gruppo di studenti di Scenografia, seguaci di Toti Scialoja, loro professore di Scenotecnica.

persone citate: Gentilini, Franco [artista e docente di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma] ; Oppo, Cipriano Efisio [artista e docente di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma] ; Rivosecchi, Mario [Docente di Storia dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Roma] ; Scialoja, Antonio (Toti) [artista e docente di Scenotecnica all'Accademia di Belle Arti di Roma] ; Balzarro, Marco [studente di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Battaglia, Carlo [studente di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Paparatti, Anna [studentessa di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Galotti, Rossana [studentessa di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Angelotti , Rita (Biuso) [studentessa di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Kounellis, Jannis [studente di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Pascali, Pino [studente di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Stocchi, Gabriele [studente di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista] ; Bignardi, Umberto [studente di Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Roma e artista]

enti e istituzioni:
Accademia di Belle Arti di Roma

trascrizione:
E.G.: Qual è stato l'impatto con la scena artistica a Roma appena arrivata? E poi, invece, il passaggio in Accademia cosa ha rappresentato per Lei? Che situazione ha trovato in Accademia? Lei ha frequentato Pittura, giusto?

L.G.: Sì, ho frequentato Pittura e non sapevo che si potesse scegliere il proprio insegnante. Allora, mi ricordo, erano due i docenti. Uno era Gentilini e l'altro era Oppo. Io, non scegliendo, càpito da Oppo e lì trovo un accademismo sfrenato. Ero appena uscita da un carcere (Architettura) per entrare in un altro. In Accademia credevo di trovare finalmente la possibilità di esprimermi come mi potevo esprimere al liceo, invece è stato tutt'altro. Al posto di una strada c'era un muro! Io non sapevo a questo punto cosa fare. Vedevo che mi erano precluse le cose che io volevo fare. Mi trovavo in una specie di strada senza uscita. È chiaro che io cerco di capire come procedere, cosa fare, e mi accorgo che durante le lezioni di Storia dell'arte, tenute dal professor Rivosecchi - tra l'altro erano delle lezioni interessanti poiché tenute da un professore appassionato - c'era un gruppo di studenti di Scenografia molto compatto, che seguiva sempre queste lezioni e scopro essere allievi di Toti Scialoja per la Scenotecnica. Allora lui aveva la cattedra di Scenotecnica. E loro erano aggiornatissimi su tutto e non c'era Accademia che tenesse!
Vedevo che da qualsiasi altra parte guardassi o sentissi, queste notizie e questo fervore non si sentivano. Non c'era niente di nuovo e di interessante per me. Allora mi aggrego al gruppo. Non è stato facile. Il gruppo era molto chiuso. Si difendeva, giustamente, dal resto, dal "territorio". E così ho potuto direttamente frequentare gli incontri con Toti Scialoja nel suo studio.

E.G.: E questo gruppo da chi era composto principalmente? Da quali studenti?

L.G.: Un po' cambiava. C'erano i più assidui e quelli che apparivano e scomparivano. Diciamo che i suoi allievi di Scenotecnica - tutti di Scenografia ovviamente - erano: Marco Balzarro, Carlo Battaglia, Anna Paparatti, Rossana Galotti, Rita Biuso. L'anno dopo ci sono stati anche Kounellis e Pascali.
Mi sono dimenticata Gabriele Stocchi. Con lui ci siamo sposati dopo molti anni. Io e Gabriele Stocchi abbiamo viaggiato per l'Europa in autostop, con le direttive avute da Scialoja, proprio per conoscere l'arte al di fuori dell'Italia. Quindi i maggiori musei dalla Francia, alla Germania, li abbiamo visti tutti.
C'era anche nel gruppo Umberto Bignardi, che faceva Scenografia, ma voleva fare il pittore. Quindi eravamo in sintonia nelle visite a studio con Scialoja, parlavamo delle stesse cose: le stesse cose ci interessavano, gli obiettivi erano gli stessi.