Intervista a Luisa Gardini



Le prime manifestazioni di interesse per un segno linguistico desemantizzato


Luisa Gardini rievoca delle esperienze del suo passato che sembrano suggerire come in lei ci fosse sin dall'infanzia una particolare sensibilità per il segno linguistico (o pseudo tale), al di là del suo valore semantico. Fra gli episodi menzionati c'è anche una tesina scritta per la cattedra di Storia dell'Arte, ricoperta all'Accademia da Mario Rivosecchi, e da lei dedicata alla tomba del guerriero etrusco Aule Feluske, in cui è presente un'iscrizione ancora non decifrata.

persone citate: Rivosecchi, Mario [docente di Storia dell'Arte all'Accademia di Belle Arti di Roma]

opere:
Stele funeraria di Aule Feluske

trascrizione:
Parlando di disegno, mi viene in mente una cosa molto strana, che per me è un grande interrogativo un po' angoscioso: non ricordo di aver mai disegnato da bambina! Il che mi sembra impossibile. Come se avessi messo una censura, o come se io fossi stata censurata a disegnare, perché magari i bambini sporcano. Il disegnare allora non si pensava fosse una cosa importante. E ricordo solamente un episodio. Avrò avuto 4 anni, non lo so. Andavo ancora alla scuola materna. Ci andavo molto volentieri, devo dire. Chiedevo di andare e anzi non sono andata quanto avrei voluto. Avevo più di un quaderno a righe che riempivo di finte scritte. Ancora non sapevo scrivere. Mia sorella maggiore era già a scuola e scriveva. Io volevo essere alla pari con lei e facevo quasi delle arricciature, finte-scritte, un po' in diagonale seguendo le righe del quaderno e ne riempivo tanti. Ecco, questo è il mio unico ricordo di disegno d'infanzia. Penso sia impossibile si fosse limitato a questo esercizio. Certo, con questi quaderni evidentemente mi volevano circoscrivere nell'enfasi di voler disegnare.

E.G.: Però, appunto, il fascino del segno linguistico che è desemantizzato e che in fondo nasconde qualcosa di illeggibile, si ritrova poi nella prima tesina che fa per Mario Rivosecchi.

L.G.: Qualcosa di "illeggibile"? Sì, di illeggibile in due sensi. Prima di arrivare a Rivosecchi voglio dirle che io, tempo fa ho scoperto un mio tema di prima o seconda elementare. Era un tema su non so che cosa e io, in poche righe, riesco a non dire nulla. Cioè, non esprimo niente: scrivo delle parole, ma non faccio trapelare il mio pensiero. Ecco, anche questo può essere significativo.
Mi ricordo anche la prima tesina all'Accademia per Storia dell'Arte, quando a fine anno bisognava presentare un artista e parlarne. Allora scelsi una stele funeraria etrusca che stava al museo di Chiusi. Era la stele di un guerriero che si chiamava Aule Feluske e pare fosse la prima iscrizione etrusca ritrovata. Naturalmente, visto che l'etrusco non è stato completamente rivelato, anche questa rimane una scritta non comprensibile.
Sarà un caso? Non lo so. Io credo molto al caso, ma tante volte il caso è guidato. Non credo al destino, ma al caso guidato sì.