Intervista a Luisa Gardini



La prima mostra personale


Il racconto della sua prima mostra personale, ospitata presso la Galleria d'arte Grafica dei Greci di Roma nel febbraio del 1981, offre a Luisa Gardini un'occasione per interrogarsi sul perché non avesse esposto prima i suoi lavori e per rievocare le emozioni provate in quel momento. Inoltre l'artista ricorda il ruolo fondamentale giocato da Toti Scialoja nella genesi della mostra e l'aiuto suo e di Cy Twombly durante le fasi di allestimento.

soggetti:
incisione

persone citate: Scialoja, Antonio (Toti); Twombly, Cy; Stocchi, Gabriele

trascrizione:
E.G.: Quando ha iniziato a esporre i suoi lavori?

L.G.: Ho cominciato a esporre dopo circa 20 anni. In questi 20 anni cosa è successo? Perché non ho mai esposto? È difficile rispondere con poche parole. Un po' lo so, un po' non lo so. È avvenuto.
A un certo momento succede che se non pensi di esporre poi continui a pensarla in un certo modo e non ti viene neanche in mente di farlo. Quindi, lavorando e accumulando lavori ne veniva fuori un ambiente. Si creava l'ambiente senza volerlo. Ho ancora alcune foto di allora dove in fondo tutto andava bene lì dov'era, non c'era bisogno di portarlo fuori. Quindi anche lì era un circolo vizioso.
Devo dire che la decisione di fare una mostra è avvenuta con una visita di Toti Scialoja, stimolata da Gabriele, il quale gli dice: "Vieni a vedere i lavori di Luisa". Lui viene nei primissimi anni '80 e si arrabbia, mi dice: "Devi fare assolutamente una mostra! Non esiste che tu non la faccia!" E mi ha organizzato una mostra in una galleria che adesso non esiste più, che si chiamava Grafica dei Greci. Erano anche stamperia e ho fatto qualche incisione in quell'occasione. Lì mi succede non solo di essere aiutata da Scialoja a decidermi, ma sono stata aiutata a installare i lavori per quella mostra e la successiva da Cy Twombly. Quindi mi hanno dato coraggio.

E.G.: Due padrini di eccezione.

L.G.: E devo dire che il giorno prima della prima mostra sono entrata in galleria, ho visto tutto appeso e sono svenuta. Non ero mai svenuta in vita mia. Mi sono dovuta sdraiare per terra. Perché sono svenuta? Perché è come se avessi visto me stessa frantumata in uno spazio sconosciuto, nuovo, allestito da altri (anche se io avevo partecipato all'allestimento), quasi io non esistessi più. Cioè quella di prima che teneva raccolti tutti questi oggetti più o meno minuti, oppure quadri accatastati, non esisteva più.
Ho fatto anche lavori di scritte abbastanza grandi, che dopo venivano arrotolati, quindi tutto era rimasto chiuso in un grande bozzolo.

E.G.: Quindi era un atto di separazione.

L.G.: Sì, un atto di separazione molto violento, quindi io non ho retto l'emozione, mi si è abbassata la pressione… non so cosa succede perché uno sviene.
Ma non ero addolorata. Ecco, la cosa strana è che non ricordo dei sentimenti né di felicità, né di dolore. Forse è stato un grande smarrimento di me, posso definirlo così.