Intervista a Nini Santoro



Gli inizi della sua formazione a Roma alla metà degli anni Cinquanta: la Scuola del Nudo di Antonio Corpora, l'incontro con Lionello Venturi e Giuseppe Ungaretti


Ninì Santoro parla degli inizi dei suoi studi artistici nella Roma della metà degli anni Cinquanta: si sofferma sulla sua formazione presso la Scuola del Nudo con Antonio Corpora; il ruolo di Achille Perilli e l'incontro con Lionello Venturi e Giuseppe Ungaretti.

soggetti:
Civiltà delle Macchine

persone citate: Argan, Giulio Carlo; Venturi, Lionello; Corpora, Antonio; Perilli, Achille; Capogrossi, Giuseppe; Ungaretti, Giuseppe

enti e istituzioni:
Convitto Nazionale, Roma; Scuola del Nudo, Roma

trascrizione:
N. S: Era il 1955-56, Roma era una provincia, ma non provincia. Io vivevo ancora a Prati, al Convitto Nazionale della Sapienza, studiavo Medicina.
La cultura era totalmente zero. Non esistevano riviste di cultura. C'era "Civiltà delle Macchine". Mi piaceva tanto quando andavo in libreria, oppure compravo delle riviste. Mi piaceva molto la rivista di quel critico livornese, non ricordo il titolo. Era di quel critico che non piaceva ad Argan.

C. Z.: Ragghianti?

N. S.: Sì. Ma Argan non ha mai parlato bene o male di nessuno. Mi diceva è fuorviante per quello che devi fare, ma vai.
Argan mi diceva sempre che dovevo vedere e studiare sempre i migliori, i più grandi. Mi entusiasmò quando a un certo punto un giorno non mi ricordo perché parlavamo dell'architettura della Chiesa Nuova e lui disse "ti devo fare leggere i libri che ho scritto su Borromini, su Bernini, Brunelleschi". E io mi si è aperto un mondo di quelli tremendi, incredibili, soprattutto su Borromini più che Bernini.

C. Z.: Senti fu Argan che ti mandò da Lionello Venturi per prendere quella borsa di studio?

N. S.: Sì ma io non sapevo ancora chi fosse. Argan mi mandò anche da Giuseppe Capogrossi.

M. R.: Nel frattempo frequentavi la Scuola di nudo, avendo come insegnate Antonio Corpora.

N. S.: All'inizio sì, Argan mi mando a fare un po' di disegno con Corpora e Perilli. Lì imparai a bere il Marsala alle 11 di mattina. Insomma, a parte questo, Corpora per me è stato fondamentale per il colore. Il colore l'ho capito da Corpora.

M. R.: è nel 1956 che sei entrato in contatto con Corpora? Giusto?

N. S.: Sì sì. Anche con Perilli. Lui, siccome era appena appena più grande di me di 6-7 anni, era diventato quel fratello grande che tu hai sempre in mente di conoscere e lo conosci per caso.
Lui aveva una grande cultura e mi ha spiegato molte cose. Tutto quello che so io adesso lo devo ad Achille. Achille mi ha spiegato perché dopo la guerra arrivarono delle riviste dalla Francia. L'unica cosa che si importava all'epoca dalla Francia erano le foto di donne nude, non sto scherzando e se tu le prendevi e le portavi in treno t'arrestavano, era come portare dei documenti finti. Mentre Perilli importava libri d'arte. Un'altra persona da cui mi mandò Argan, veramente fondamentale per me, è Giuseppe Ungaretti. Argan disse: "Faglieli vedere a Ungaretti i tuoi disegni" e allora si andammo con Madeleine, la mia prima moglie. Lo andammo a trovare ai Castelli. Io le poesie di Ungaretti, durante gli studi classici, le avevo imparate a memoria. Lo avevo fatto con molta devozione. A lui piacquero molto i miei disegni.