Intervista a Nini Santoro



Ricordi personali. La chiesa di Venosa (PZ) e i suoi figli


Ninì Santoro racconta di alcuni suoi ricordi personali legati alla sua terra di origine, la Basilicata. Poi si sofferma sui suoi figli

trascrizione:
N. S.: Prima ti dicevo delle grandi stampe che avrei voluto fare per la Biennale per farmi conoscere. E poi ho continuato a fare queste cose. Questa è la riproduzione della chiesa incompiuta di Venosa, c'è la fotografia lì vedi piccola.

C. Z.: Sì.

N. S.: La chiesa incompiuta di Venosa è una chiesa piena di misteri, perché è stata iniziata verso l'anno 1000 dai Templari, però dopo un periodo appena costruite le mura, hanno lasciato e non hanno più costruito niente lì, si sono spostati di 4 o 5 kilometri e hanno fatto un'altra chiesa. Naturalmente su una cosa del genere ci puoi fare tutti i romanzi che vuoi, di Templari.
Un sacco di volte sono andato a Venosa perché con la mia famiglia andavamo sempre da quelle parti, mio padre era nato a Melfi, viveva ad Avigliano andavamo sempre lì con i miei figli. Sara mi ricordo gli piacque tanto. Valerio gli piaceva tanto questa cosa perché naturalmente gli raccontavo dei Templari che erano arrivati col tesoro.
Tutte queste storie e quando Sara se n'è andata allora ho fatto la tomba di Sara, con questa immagine qua. È una cosa grande di bronzo e l'ho fatta in Ungheria a Pécs, aiutato nella fonderia di cui io e Giovanna siamo membri. La fonderia di scultori di Pécs è una roba enorme.