Intervista a Nini Santoro



Il periodo trascorso in Calcografia Nazionale di Roma


Ninì Santoro parla di quando nel 1977 viene chiamato a tenere un corso di grafica e incisione presso la Calcografia Nazionale di Roma dal direttore Carlo Bertelli.

soggetti:
incisioni; La caduta di Fetonte, Giovanni Battista Piranesi

persone citate: Eliot, Thomas S.; Ponente, Nello; Piranesi, Giovanni Battista; Coccia, Mara; Martinelli, Giovanna; Bertelli, Carlo; Hayter, Stanley William; Sgarbi, Vittorio; Sannino, Antonio; Patella, Luca; Calvesi, Maurizio

enti e istituzioni:
Calcografia Nazionale

trascrizione:
N. S.: È dei periodi dei più belli della mia vita, stavo in calcografia e facevo le cose su Eliott, avevo scoperto nella mia totale ignoranza tutto Eliott e una ragazza che mi dava lezione d'inglese me lo traduceva, ed era una professoressa di matematica, bravissima. Questi sono le mie brutte, questi fanno parte della Cattedrale, la Terra desolata. Su Elliott avevo fatto una serie grande, era bellissimo perché stavo in calcografia e le stampavo con Antonio Sannino che purtroppo è mancato da poco ed era un grandissimo stampatore. Mi aveva mandato Nello Ponente, l'aveva mandato in calcografia perché c'era un amico suo che voleva aprire una specie di scuola. Nello mi manda da lui e appena sono entrato chiedo a Carlo Bertelli "beh professore cosa posso fare?", e lui "Eh metti a posto lì". Io ho preso questi cataloghi ed erano tutte stampe del Cinquecento, Seicento. Sai quando che tu non l'hai mai avuto la possibilità di tenere in mano una stampa di Piranesi! Poi dopo avere visto delle cose la prima volta mi ricordo a Bertelli gli dissi "scusa ma questa non l'ho mai vista, non è...?"

C. Z.: Non è La caduta di Fetonte?

N. S.: Esatto! Professore promosso! La caduta di Fetonte, quanto era bella!

C. Z.: Io me la ricordo nel 1978 quando c'erano le mostre Piranesiane e allora era esposte anche le lastre de La caduta di Fetonte.

N. S.: L'ho curate tutte io le copertine di quella serie là. Arrivai all'inaugurazione agli Horti Farnesiani grande cosa alle cinque di pomeriggio. C'erano tutti quanti, il sindaco, tutti e io dovevo portare le prime copie, ma non c'era il nome di Calvesi dentro! un errore, stampati così. Poi la successione l'hanno fatto, ma quel giorno all'inaugurazione non c'è il nome. Ma, siccome mi vuole molto bene Maurizio non m'ha spaccato la testa quel giorno, anche se era da farlo. La vita è bella così, allora vedi questo che ti dicevo il costruttivo. Sembra strano, perché lasci i gioielli e fai quello e fai quell'altro? Esattamente questo processo, tra questa cosa e questa quest'altra ci ho pensato un po', quasi vent'anni. Perché pensi sempre a una stessa cosa fino a quando arrivi a questo, poi dici partendo da questo, che non c'è un rapporto visivo, però io ci sono arrivato così. Oggi, per esempio, con voi quelle sculture che esposte alla mostra di Mara Coccia, quelle le ho fatte nel 1964 e queste cose le faccio anche adesso e io penso di averle fatte adesso perché sono la stessa cosa, è uguale più o meno. Invece adesso vorrei tanto aver fatto le opere di Giovanna Martinelli che mi piacciono da impazzire.

C. Z.: Chi c'era in calcografia quando c'eri tu. Eri solo a lavorare lì con Bertelli, oppure c'erano altri?

N. S.: No c'era anche Luca Patella. Patella faceva delle stampe che a me facevano ridere, però erano molto concettuali, molto concettuali!
Perché stare sempre insieme con le lastre di Piranesi, o di altri, ti viene voglia di fare le cose strane. Hayter quando stavo su mi parlò di quando, prima che io andassi a Parigi, aveva fatto una mostra con Petrucci. Fatta da Calvesi credo, alla Calcografia. Nel 1958 lui [Haytera vinto il premio alla Biennale, deve esse stato verso il 1957-58, e mi parlava di Piranesi con un'adorazione. Perché voi dovete sapere che Hayter apparteneva alla generazione delle spie dell'Impero britannico all'epoca
di Lawrence d'Arabia, di cui lui era anche stato amico. Lui era laureato in chimica e l'altro era laureato in archeologia. Gli Inglesi andavano questi laureati in tutto il Medio Oriente per una cosa molto semplice, per sapere se c'era il petrolio o no. Perché c'erano i francesi che andavano come gli inglesi, i nostri no perché c'era Mussolini, a cui non interessa del petrolio.
E lui era stato lì per un lungo periodo. Lui andava a pesca a mosca, anch'io andavo a pesca a mosca, e quindi gli dissi che era andato a pesca a mosca in un fiume della Turchia, dove c'è un fiume grande dove vive una varietà di trota che c'è solamente in Italia a Ninfa e in un fiume della Calabria. Invece di avere tanti puntini, ne ha grandi. Questa sta nel lago di Ninfa e in Turchia, nella parte sud. E con lui parlavo anche di queste cose.
Quando tornò [Hayter] con la sua esperienza si mise a fare le incisioni e le stampe, aveva come amici Max Ernst principalmente e altri. Siccome tutti e due erano molto pigri per fare le stampe a colori, io sapevo come le facevano le stampe! C'era una lastra per il rosso un'altra per i quattro colori e poi li mettevano sovrapposti. Dovevano spendere quattro lastre di rame che all'epoca costavano molto. E allora disse invece di una, facciamo una roba in cui i colori si sovrappongono tra di loro e tramite la viscosità dei rulli praticamente riproduciamo una stampa, un off set a quattro colori, con i rulli fatti a mano. E così lavorarono e tirarono fuori questa cosa semplicissima. Ora tra una copia e l'altra, io sono pieno di Hayter. La Courier ha fatto notare che ci sono differenze impercettibili fra le stampe, che risultano diverse una dall'altra. Allora loro opposero: "guarda che le lastre tu sei obbligato a farle tutte uguali perché devono esse tutte uguali e deve firmarle tutte uguali, ma siccome io sono un artista se una copia si differenzia dall'altra appena appena di qualcosa io la firmo, è mia, è l'originale". Questa è una cosa che ha detto anche Vittorio Sgarbi una volta, attirandosi gli odi di tutti gli stampatori italiani, e invece aveva ragione. Se io firmo attestando che l'ho fatta io questa, anche fosse una fotocopia, invece di farla con la lastra di rame, il concetto non cambia secondo me. Poi si può essere d'accordo o no. I mercanti no, proprio no. Per esempio, Antonio Sannino mi ha stampato dalle lastre di Picasso un paio di cose bellissime e me l'ha regalate a Natale. Per me sono originali, sono stupendi, bellissimi.

C. Z.: Io Antonio Sannino l'avevo conosciuto anni fa in Calcografia ed era bravissimo.

N. S.: È bravo e poi di una bontà!

C. Z.: Di una sensibilità! Tu stampavi con lui?

N. S.: Sì.

C. Z.: E adesso ti stampi da solo?

N. S.: Sì, io e Giovanna. L'ultima mostra che m'ha fatto Giovanna sono le incisioni dei grattacieli.]]>