Intervista a Paolo Buggiani



L'infanzia e la prima formazione


Paolo Buggiani ricorda la nascita della sua familiarità con il fuoco e la sua precoce attitudine artistica, che lo porta dapprima in Calabria, a formarsi presso un pittore accademico, e poi Roma, dove giunge nel 1952 entrando in contatto con alcuni dei maggiori artisti del periodo.

soggetti:
Ottocento napoletano; formazione; infanzia

persone citate: de Chirico, Giorgio; Mafai, Mario; Cagli, Corrado; de Pisis, Filippo

trascrizione:
P.B.: Per oggi dirò la verità. Non è mia abitudine. Faccio alla rovescia di quello che faccio di solito.

M.R.: Allora Paolo, vogliamo iniziare dai tuoi primi anni in Toscana e dalla tua formazione. Quindi, che cosa ti ha spinto a interessarti all'arte e qual è stata la tua formazione? Come ti sei avvicinato all'arte?

P.B.: Fin da bambino ero il pittore della classe. Facevo gli acquarelli, le cose… Poi mi ha anche dato molta confidenza in me stesso mia nonna, la mia nonna bresciana, che mi buttava i fiammiferi dalla finestra, quando io avevo 7-8 anni. Quindi facevo il fuoco, però sapeva che non facevo danno. Oppure mi buttava l'asciugamano per andare a fare il bagno assieme a quelli grandi nel fiume Elsa. Quindi mi ha dato molta confidenza su come comportarmi, perché non avevo nessuno che mi sgridava: "Non fare questo, non fare quell'altro…". Anzi, facevo.

M.R.: Invece quando sei andato alle scuole superiori cosa hai studiato? Quando è arrivato il momento? È arrivato nell'infanzia il momento del contatto con l'arte, l'interesse creativo?

P.B.: Ma io sono stato pure un anno in Calabria e c'era un professore di disegno che faceva il pittore e pensavo che fosse un grande artista. Allora andavo a pulirgli i pennelli nello studio e lui mi faceva disegnare le modelle nude, un po' grassotte. E pensavo che fosse uno bravo, perché mi aveva fatto vedere un libro e stava tra i pittori dell'Ottocento napoletano. Poi sono venuto a Roma nel 1952 e ho cominciato ad andare in via del Babuino a guardare nelle vetrine dove c'erano i pittori… C'era de Chirico, c'era un sacco di gente della Scuola romana diciamo… Mafai, ecc. E lì ho cominciato a capire un po' che cosa era la pittura. De Pisis mi piaceva molto. E poi ho conosciuto Corrado Cagli, che ha visto i miei quadri nel 1955.