Intervista a Paolo Buggiani



L'"Apocalisse" di Dennis Oppenheim


Paolo Buggiani racconta l'incidente avvenuto in occasione della mostra di Dennis Oppenheim presso la Bonlow Gallery di New York nel 1982

persone citate: Oppenheim, Dennis [artista]

opere:
Launching Structure #2. An Armature For Projection. (From the Fireworks Series), Dennis Oppenheim, 1982

trascrizione:
P.B.: Tu volevi che raccontassi questa storia con Dennis Oppenheim.

I.S.: Sì, sì.

P.B.: Sempre su Greene Street c'era una galleria (Bonlow Gallery n.d.R.), ad angolo con Houston Street che ha fatto una mostra di Dennis Oppenheim che si chiamava Apocalisse [Launching Structure #2. An Armature For Projection. (From the Fireworks Series), 1982 n.d.R.Nella galleria l'artista si è fatto costruire da un fabbro delle volute di ferro e un artificiere con il nastro isolante aveva attaccato dei razzi e degli scoppi dappertutto su questa scultura che prendeva mezza galleria. Dovevi firmare un foglio con cui ti assumevi la responsabilità di assistere alla performance. Io ho firmato, sono entrato, però vedendo tutti questi fuochi d'artificio e avendo una certa esperienza ho chiamato Dennis e gli ho detto: "Dennis, ma qui non c'è nemmeno una presa d'aria con dei ventilatori per buttare via il fumo. Qui ti si riempie di fumo irrespirabile". Ha detto: "No no no, tanto mi ha assicurato l'artificiere che è tutto regolare". Poi, in fondo alla galleria c'era un soppalco con le telecamere pronte a riprendere tutto l'avvenimento e in un angoletto c'era una specie di cabina con il vetro dove si poteva infilare Dennis Oppenheim e guardare. Col cavolo! Avevo le fotografie di Dennis che accende la prima miccia e da lì e successo il finimondo. Botti. Tempo mezzo minuto, ma nemmeno… la galleria era irrespirabile, piena di fumo, di zolfo. Quindi quelli là sopra sono scappati giù nel basement e si sono chiusi dentro, respirando attraverso la finestra con le grate. Io che conosco i fuochi d'artificio, so che lungo l'angolo c'è sempre un po' di aria pulita, e allora ho preso due boccate d'aria. Poi toccando il muro, a occhi quasi chiusi, ho raggiunto l'esterno. Dall'ingresso della galleria usciva un fumo così. Silenzio totale. Io ho cominciato a fare foto, ma pensavo che tutti fossero morti asfissiati. A un certo punto esce Dennis Oppenheim dal fumo, come un'apparizione, e si mette a correre e sparisce. Aveva capito di aver fatto qualcosa di pericoloso.

M.R.: In che anno succede questo?

P.B.: Sarà l'84. Un attimo dopo arrivano tre camion di pompieri a sirene spiegate. Si fermano davanti. Uno entra dentro con la maschera e con una sistola a pressione, e con una specie di ventaglio toccava l'acqua che portava via il fumo verso l'esterno. Gli altri pompieri vanno dietro. Con le cesoie tagliano una rete metallica e li ho seguiti anch'io. C'era una specie di lucernario di vetro e cemento. Con i martelli e con i piedi hanno rotto tutti i vetri per fare uscire il fumo anche da lì. E io dicevo: "Dentro c'è la gente! Dentro c'è la gente!". Invece poi la gente stava ancora nel basement e poi è uscita. Non è morto nessuno comunque. L'anno dopo è uscito su "Art News" un articolo che io non ho comprato, ma che so che era uscito, su quello che era successo, sul processo ecc. Quindi ho saputo le notizie un po' per sentito dire. Avevano perdonato Dennis Oppenheim.]]>