Intervista a Paolo Buggiani



Meccanizzazione, mitologia e mistero


Paolo Buggiani affronta alcuni punti cardine della sua ricerca artistica, legati al concetto di tempo e alla convinzione che l'arte debba essere capace di coinvolgere lo spettatore sollecitandone la fantasia attraverso il mistero. Spiega anche il perché abbia sentito l'esigenza talvolta di reintervenire in un secondo momento su suoi lavori già realizzati.

soggetti:
Dadaismo; Surrealismo; computer grafica; meccanizzazione; mitologia; tempo; fuoco

persone citate: Ontani, Luigi; de Chirico, Giorgio; Magritte, Renè; Dalì, Salvador; Carrà, Carlo

opere:
First Attempt to Put Sun Back into the Sky, Paolo Buggiani, 1972
Icaro e Arianna, Paolo Buggiani, 1981
Rettili meccanici (serie), Paolo Buggiani, dal 1984

trascrizione:
P.B: Quando ho fatto anche gli esperimenti con il fuoco come "Rimettere il sole nel cielo" che era appena tramontato ecc. Quindi tutto il mio lavoro è sempre in relazione bene o male con il tempo che passa. E i rettili meccanici qui esposti sono in un certo senso la materializzazione degli animali che sono esistiti prima di noi, nella preistoria, ma che però si sono adeguati alla meccanizzazione del pianeta. Anche i rettili, con la loro nuova presenza, fanno parte di una nuova generazione meccanizzata. Ma, come l'uomo deriva dai pesci, dalla scimmia ecc. ecc. e oggi adoperano le macchine per certi scopi, anche i rettili, da rettili di materia naturale, si meccanizzano per adeguarsi alla nuova situazione. Quindi sono sempre tra la denuncia e il nuovo mistero. Ho fatto sempre delle cose… per esempio questa è Arianna che scappa. Qui c'è anche l'intento di coinvolgere un po' la fantasia del passante ignaro, che da lontano vede questa donna completamente nuda e che invece ha una calzamaglia color pelle. Gli automobilisti da lontano vedevano uno di fuoco, questa donna nuda che scappava, e allora si sono fermati con le macchine, si sono incrociati, c'era un casino... Quando è arrivata la polizia, per fortuna non c'era più fuoco, però hanno trovato tutta questa confusione di traffico incastrato. Anche il poliziotto pensava che la donna fosse nuda, invece poi ha visto che era vestita.

M.R.: Ma invece il Minotauro? Come era fatta la struttura di fuoco?

P.B.: Quella lì è una silhouette incendiata che reggevo con due manici di legno. Mentre pattini perdi il calore, però se ti fermi ti incenerisci, perché il riflesso non lo reggi. Io odio fare le cose con il computer. La computer graphic non mi interessa, perché le cose che succedono sono un po' tra illusione e realtà. È sempre questo gioco che entra ed esce dalla realtà e ritorna nell'illusione per poi ritornare nella realtà, che crea il mistero, il perché. L'arte senza mistero mi sembra che tenda più verso la decorazione, verso l'artigianato.
Questa è una sensazione che ho avuto già nel '72, quando ho cominciato a fare il fuoco che arrivava sulla terra a Fiumicino e poi diciamo che l'ho messa in bella copia. Però, insomma, l'avevo già fatta.

I.S.: Però qua ci hai dipinto ancora sopra.

P.B.: No, perché questa l'avevo mandata a una mostra fatta dall'Enel, dove Ontani ha vinto il primo premio presentando una sedia elettrica con lui sopra che faceva finta di esser elettrizzato.
Ora è cancellato, ma qui avevo messo... perché in Svizzera, a Ginevra, dove c'è questo tunnel sottoterra dove fanno gli esperimenti sul neutrino ecc., erano riusciti a scinderlo bombardandolo. Allora avevo messo, sotto, la data di questa vittoria scientifica, e sopra avevo scritto "Ginevra" e il giorno della cosa. Però poi ho ritirato il lavoro dalla mostra. Non ho vinto nulla e allora l'ho ridipinto: ho cancellato le scritte che c'erano sopra.

I.S.: Ho visto che a volte ridipingi sulle foto passate. Come mai?

P.B.: Io trovo che le cose non sono sempre definitive, perché poi il tempo passa e allora si modificano anche le idee. E quindi il fatto di mettere… Il fuoco lì avviene dentro il cubo e sembra che bruci l'albero, ma è solo una combinazione. Poi il fatto di mettere le nuvole per terra è un passo che ho fatto dopo.

I.S.: Per aggiungere mistero?

P.B.: Sì, per rendere più misteriosa la cosa, perché ci deve essere uno sfalsamento.

I.S.: Questa stanza con le nuvole poggiate lì sembra un po' de Chirico…

P.B.: Sì, de Chirico l'ho ammirato nei musei o nelle gallerie, ma non è che mi interessi molto. De Chirico è un grande artista e iniziatore del Surrealismo, molto più di Dalì. Magritte è un grande artista, ma nasce sempre da una costola di de Chirico. De Chirico è un grande. Dovrebbe costare dieci volte di più di tutti gli altri, perché è il primo a fare quelle cose. Poi anche Carrà ha fatto la pittura metafisica ecc. ecc. Ma il Surrealismo non è che mi interessi molto, perché questo fatto di ridipingere i sogni, dove va a finire? È solo un esercizio pittorico. Il Cristo che vola è tecnicamente molto d'effetto. Però, insomma, non è che porti a granché. È molto più interessante il Dadaismo, che ha fatto delle cose importantissime.